“Da Domani Mi muovo” manuale del benessere di Dorbolò e Travan – Leggi l’articolo
La vita intesa nel suo complesso, dalle singole molecole agli apparati e ai sistemi biologici più sofisticati, è movimento. Ma l’uomo non si è ancora reso pienamente conto di essere stato concepito e programmato per muoversi ed agire con il proprio corpo. Circa il 70 % della popolazione dei paesi occidentalizzati non ha un livello di attività sufficiente a mantenere uno stato di salute ed un peso corporeo ottimali.
L’ignoranza sugli effetti di una vita sedentaria, come dichiara l’OMS, le ragioni principali per cui non si fa movimento che per l’ ISTAT sono la mancanza di tempo, di interesse, l’età e i motivi di salute, non inducono nella popolazione una modificazione delle abitudini motorie.
Il passaggio da un livello di inattività a quello di modesta attività fisica, già determina, significativi miglioramenti dello stato di salute. E allora, come scegliere nel vasto ambito del movimento? Meglio seguire un programma di attività fisica strutturata con degli obiettivi specifici o è sufficiente muoversi in modo “aspecifico”? Meglio parlare di attività fisica o di esercizio fisico?
Attività fisica ed esercizio fisico sono termini abitualmente usati per riferirsi in generale ad una vita attiva, ma da un punto di vista scientifico, hanno un significato diverso.
La definizione di attività fisica riguarda quel complesso di movimenti e gesti che l’uomo compie quotidianamente e che comprende sia i movimenti spontanei o volontari del corpo negli spostamenti, sia gli atti motori elementari e fini. Ogni tipo di movimento che determini un dispendio energetico rispetto alla condizione di riposo è considerato attività fisica. Camminare, salire le scale, passeggiare con il cane, spostarsi in bicicletta, compreso svolgere le attività quotidiane di routine come le faccende domestiche, la spesa, il lavoro, rappresentano l’attività fisica.
L’esercizio fisico si identifica invece come una sottocategoria dell’attività fisica che comprende tutte quelle attività motorie in cui i movimenti del corpo sono ripetuti, programmati, strutturati e finalizzati in maniera specifica al miglioramento della forma fisica.
Nell’esercizio fisico ci sono dunque finalità precise che vanno dalla salute, il benessere, l’estetica e la performance alla riabilitazione e al recupero motorio e si seguono, durante l’esecuzione precisi criteri in termini di durata, frequenza e intensità.
L’esercizio fisico è una forma particolare di attività fisica che ha la caratteristica di essere programmata, pianificata, quantificata, intenzionale ed eseguita allo scopo di migliorare o mantenere uno o più componenti dello stato di forma.
Così passeggiare, spostarsi, muoversi quotidianamente sotto il proprio controllo consapevole rappresenta l’attività fisica, mentre allenarsi per uno sport, sollevare i pesi, fare un certo numero di vasche in piscina, praticare il cardio – finess in
palestra, camminare a ritmo sostenuto, seguire un corso di ginnastica, praticare attività d natura attiva come il giardinaggio e gli sport competitivi, sono tutte forme di esercizio fisico.
Come scegliere e perché scegliere tra attività fisica ed esercizio fisico? Ecco di seguito una valida risposta.
Alle persone inattive da molti anni, ai soggetti sedentari, l’attività fisica è indicata e ha un suo valore nel migliorare lo stato di salute perché nel passaggio dall’immobilità a modesti livelli di attività, porta immediatamente a dei benefici. Volendo continuare a ottenere riscontri costanti sia del livello generale dello stato di salute che di alcuni parametri specifici, risulta indispensabile agire sulle variabili durata, intensità, frequenza e tipologia di esercizio: è necessario pertanto passare dall’attività fisica all’esercizio fisico.
E’ stato evidenziato che il dosaggio di esercizio ha una risposta anche nei soggetti normali e non solo negli atleti: una maggiore “dose” di movimento comporta maggiori risultati.
Per ottenere ulteriori e significativi miglioramenti dello stato di salute generale ma anche di alcuni parametri specifici di ordine prestativo come la forza, la flessibilità, la resistenza cardio vascolare non basta aumentare il volume di attività fisica, cioè più movimento, è necessario passare dall’attività fisica all’esercizio fisico.
L’ideale quindi è di essere regolarmente attivi spostandosi il più possibile a piedi o in bicicletta, ad esempio, e di inserire su questa base di costante movimento, 2 o 3 sedute di esercizio fisico
strutturato e dosato da un Personal Trainer qualificato ed esperto.
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Da Domani Mi Muovo – 1 – La Storia
“Questo libro aiuta davvero a pensare di dare un senso a ciò che si fa: non è la capacità tecnica decisiva o l’abilità, ma ciò che si chiede a se stessi.
Atleta o persona semplice che sia, oggi più che mai ciascuno deve sentirlo forte e perseguirlo con determinazione. Il movimento è una necessità.” – dalla prefazione di Deborah Compagnoni.
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Da Domani Mi Muovo – 2 – L’Inizio
“Questo è un libro che riguarda tutti noi, sportivi e non. Fare movimento, fare esercizio fisico aiutano nella vita fino da quando, giovani, pratichiamo lo sport. Scegliere di continuare ci aiuta a sentirci giovani e a mantenerci in salute. Il corpo che abbiamo ci deve accompagnare per un lungo cammino ed il nostro compito è di mantenerlo sempre nelle migliori condizioni possibili.” – dalla prefazione di Alberto Tomba
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“If you want to walk fast, walk alone. If you want to walk far, walk along with others” (African proverb)
“Se vuoi andare veloce, vai da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme.”
(Proverbio africano)
Andare avanti insieme a altre persone non è certamente la cosa più semplice al mondo, tanto più se ci sono evidenti diversità caratteriali e di intenzioni. Essere un gruppo prevede già un confronto e un dialogo per poter capire innanzitutto di essere compagni dello stesso viaggio nella vita. Il sentimento di appartenenza si lega alla percezione del gruppo ovvero all’intento di voler procedere insieme e non da soli, di voler andare lontano piuttosto che veloci.
Se nei contesti di vita si lavora in gruppo, l’impegno collettivo diventa fonte di creatività e armonia, la fatica si attenua e, in termini di efficacia, si rende di più.
Spesso ci si esalta all’idea di competere da soli e si sottovaluta il valore della cooperazione perché si è gelosi della propria conoscenza, del proprio valore, dei risultati delle proprie azioni, risultati che non si vogliono condividere con gli altri.
Il lavoro di gruppo nasce quando ci si concentra sul “noi” e non soltanto sull’“io”
Lavorare in gruppo, in qualsiasi attività e situazione, significa entrare a far parte di un organismo coeso dove le persone interagiscono e si influenzano reciprocamente. Il lavoro di gruppo stimola la cooperazione al servizio degli obiettivi prefissati anziché la competizione tra individui.
Fare gruppo, qualunque sia il proprio ruolo o la propria identità, porta le persone ad essere più motivate, meno ansiose, più intraprendenti nell’esprimere idee e pensieri, più umili nell’accogliere opinioni diverse e contrastanti.
Chi compone un gruppo collabora con i propri valori, insieme a quelli dei compagni, all’esito positivo dell’iniziativa. Aggiunge valore al contributo di tutti. In questo modo il lavoro diventa fonte di motivazione, creatività, soddisfazione e pure di felicità. Si diventa più sicuri di sé, più forti e più produttivi, più tolleranti verso le diversità non soltanto nel lavoro, ma in ogni contesto della vita.
Il passaggio da gruppo a squadra non è semplice e immediato. Ci vogliono tempo, educazione, esempio, convincimento e scelta delle persone.
L’idea di squadra ha a che fare con il concetto esterno della competizione e della sfida sportive. Il concetto di gruppo volge invece l’attenzione all’assetto interno nella collaborazione tra le persone, all’organizzazione che consente di lavorare bene anziché di gareggiare.
Nel gruppo solitamente si discute, si negozia, ci si oppone, si accolgono le divergenze e le eccezioni. Nella squadra si decide cosa fare senza lasciare poi tempo e spazio alla discussione; non c’è negoziazione perché, comuni obiettivi chiari e condivisi, non si modifica nulla; non c’è opposizione altrimenti si esce dalla squadra; non si accolgono divergenze ed eccezioni se non a risultato raggiunto.
Le persone che fanno parte di una squadra hanno coscienza di partecipare sempre a una sfida dove in fondo o c’è sconfitta o c’è vittoria.
Le persone che fanno parte di un gruppo raramente perdono e non necessariamente vincono quando fanno un buon lavoro.
Il gruppo si orienta prevalentemente verso l’efficienza, la squadra verso l’efficacia. Il gruppo esalta lo spirito di collaborazione, la squadra quello di competizione.
E’ lo sport a indicare ai contesti lavorativi e di vita come fare lavoro e gioco di squadra per ottenere i migliori risultati, il massimo della resa, per garantire maggiore soddisfazione nel lavoro e senso di appartenenza del personale. Nelle squadra i risultati dei singoli non si sommano, ma si moltiplicano.
Non è più sufficiente avere singole persone impegnate, bensì componenti di una squadra coordinati, ben assortiti, integrati e interattivi.
Come essere una squadra?
Perché un gruppo di persone diventi una squadra è necessario:
La sfida del gruppo che passa a essere squadra sta in una stimolazione mentale ad affrontare il lavoro e la vita con il senso di competizione costante, con ruoli definiti e una forte motivazione.
Diventare squadra vuol dire concentrarsi sul presente, proiettarsi verso il futuro anziché mantenere lo sguardo verso il passato.
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Da Domani Mi Muovo – 2 – L’Inizio
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Siamo ancora in molti a adottare comportamenti poco utili per il nostro benessere, per la salute e molto spesso senza esserne consapevoli. A ciò si aggiunge il dato che circa il 70 % della popolazione vive costantemente sotto stress con conseguenti abbassamenti dei livelli di prestazione e di condizione fisica. Risulta quindi evidente che oggi c’è bisogno di trovare la giusta modalità, la guida che aiuta a interpretare la realtà soggettiva nel modo corretto e che indichi quella strada che spesso non si vede o che non è facile da individuare.
Un approccio health coaching può essere efficace nel gestire una grande varietà di problematiche relative alla salute.
Che cos’è l’health coaching?
L’health coaching è un modo di lavorare con le persone che mira a fare aumentare la consapevolezza e a incoraggiare una maggiore assunzione di responsabilità nella gestione della propria salute, nella cura di sé. L’ health coaching aiuta le persone a far fronte al gap tra il sapere (conoscenza), il fare (le azioni) e l’essere. Lo scopo è accompagnare le persone nel procedere dal “sapere” a riguardo di un certo argomento, al “fare” con l’utilizzo di nuove competenze, all’integrare tali competenze nel modo di “essere” durante l’attività quotidiana.
Le ricerche dimostrano che la conoscenza acquisita, da sola non spinge all’azione, ma quando si aggiunge la motivazione, allora il cambiamento è possibile.
L’ health coach è la figura chiave in grado di motivare e sfidare la persona risvegliando le sue potenzialità latenti. L’ health coach è una sorta di allenatore, un professionista esperto nell’ambito della salute che guida le persone a raggiungere il benessere e l’equilibrio con il proprio corpo. Mediante le competenze e le peculiari conoscenze, l’ health coach promuove comportamenti sani, offre un sostegno emotivo, facilita un percorso personalizzato di salute e, anziché insegnare una tecnica o una abilità, stimola la persona a esplorare la propria forza e le proprie risorse interiori.
Oggi la consapevolezza del proprio stato di salute, la mindfulness, quel processo di costante ascolto e la consapevolezza del cambiamento degli stati interni ed esterni, è fortemente condizionato e minato dall’ambiente, dalla realtà attuale, dalle condizioni di vita. Il compito dell’ health coach è dunque di favorire il riconoscimento di centralità e unicità, di attivare le potenzialità interne e le risorse esterne della persona nella quotidianità allo scopo di preservare lo stato di salute e di attivare un cambiamento verso la mindfulness.
Capire e sperimentare in prima persona come la vitalità e la salute dipendono da:
può aiutare chiunque a prendere in seria considerazione un allenamento al proprio benessere gestito dall’ health coach.
Primo passo: stabilire una relazione. Il percorso inizia con l’impegno; impegno e fiducia facilitano la costruzione di un rapporto.
La relazione tra la persona e il coach si crea e si rafforza nelle tre fasi che caratterizzano il percorso di health coaching:
Il piano di azione così definito insieme, diviene un percorso diviso a tappe in cui si procede con la riprogrammazione dei comportamenti utili. Sono previsti dei controlli periodici dei risultati con test di verifica e un controllo costante del coach che fornisce motivazione e supporto anche a distanza.
Nel momento attuale in cui si sente con forza l’importanza di uno stile di vita sano che comprenda il movimento, una sana alimentazione, una maggiore percezione del sé e una soddisfacente dimensione emozionale e sociale per affrontare al meglio gli impegni e le sfide quotidiane, l’ health coaching si rivela indispensabile.
L’ health coaching insegna ad ascoltare il proprio corpo e a comprenderne i bisogni, fa crescere la consapevolezza, aumenta il livello di responsabilità personale nella gestione della propria salute e nel mantenere i buoni propositi.
In una parola, l’ health coaching è educazione alla salute.
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