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Il mio invito al movimento prende spunto dallo spettacolo delle Olimpiadi. Rio de Janeiro 2016, la 31° edizione dei Giochi Olimpici, si svolge per la prima volta in Sudamerica. Dopo 4 anni da quelle di Londra 2012, i migliori atleti dei 5 continenti competono in tutte le discipline.
Le Olimpiadi sono un grande evento sportivo, ma anche una storia di situazioni socio-politiche e una storia di uomini che si ripetono ogni quadriennio.
Lo spettacolo sportivo rimane, infatti, qualcosa che non ha fine: dopo Rio de Janeiro ci saranno altre città (e per il 2024 incroceremo le dita per Roma!), ci saranno altri campioni, altre immagini, altri fatti e altri record che ci faranno battere il cuore. Le Olimpiadi sono infondo un sistema che, come un’azienda nella legge del mercato, crea e vende anche spettacolo.
Gli sport sono parte integrante della cultura di ogni Stato che ha le possibilità economiche per farli praticare. Lo sport è l’insieme di quelle attività, fisiche e mentali, compiute allo scopo di mantenere in buona salute l’intero complesso psico-fisico umano o di migliorarlo e di intrattenere chi ne è attore e chi ne è spettatore.
Così, dalle Olimpiadi alla vita quotidiana, nasce spontaneo in me quell’invito a muoverci di più, a fare attività fisica perché è davvero importante.
L’attività fisica fa parte di quel legame che l’individuo ha con l’ambiente circostante e che riguarda l’uso del corpo per il quale è stato programmato. Camminare con una certa frequenza, ad esempio, correre di tanto in tanto, muoversi per spostarsi, muoversi nel tempo libero, muoversi in modo da esercitarsi con regolarità a casa, durante il lavoro, quando c’è l’occasione.
Dopo le Olimpiadi di Londra 2012, la rivista Lancet auspicava in un articolo: “Rethinking our approch to physical activity”. Ripensare il nostro approccio all’attività fisica: meglio riflettere che a livello mondiale il 30% circa della popolazione adulta viene considerata inattiva perché svolge un’attività fisica al di sotto dei livelli raccomandati. Questa condizione è giustificata per l’avanzare dell’età e pertanto più diffusa, così come nell’essere donne e nei Paesi ad alto reddito. Tra gli adolescenti di 13-15 anni, poi, l’attività fisica è molto ridotta: addirittura l’80% circa risulta sedentario.
Viene spontaneo chiedersi perché ci sono persone fisicamente attive e altre molto meno o quasi niente?
Da ricerche fatte, risultano fisicamente più attivi gli uomini di tutte le età, coloro che hanno fiducia nelle proprie abilità fisiche (self-efficacy) e coloro che hanno praticato in passato una certa attività fisica. Fattori che influiscono positivamente sulla pratica dell’attività fisica sono, negli adulti, lo stato di salute buono e la motivazione, mentre negli adolescenti sono il supporto e il sostegno da parte della famiglia.
Alcuni paesi hanno tentato di promuovere l’attività fisica, ma con pochi riscontri tra la popolazione. L’effetto che la spettacolarità delle Olimpiadi può avere nell’intraprendere l’attività fisica a livello globale è ancora modesto.
Per aumentare la pratica dell’attività fisica in tutto il mondo è indispensabile un approccio sistematico: uno studio cioè sulle popolazioni e sulle interazioni tra i fattori legati all’inattività fisica. Non è sufficiente un approccio scientifico sul comportamento del singolo individuo.
Le prove dei benefici dell’attività fisica sulla salute sono documentate e disponibili in molti studi a partire dagli anni cinquanta. Superfluo è dire che la perfezione, la bellezza del nostro fisico consistono nell’essere in buona salute e in equilibrio con se stessi. L’attività fisica, lo sport sono fondamentali per farci crescere bene, per farci mantenere una condizione di forma ottimale in età adulta e in quella avanzata.
Lo sport è espressione e linguaggio universali: qui l’individuo si misura con se stesso e con gli altri attraverso competizioni e risultati da cui scaturiscono poi delle classifiche. Se l’avversario è più forte o più bravo, si rispetta la sua capacità (nelle gare individuali uno soltanto vince). Lo sport prende origine dal confronto naturale del singolo individuo con i suoi simili dove la vittoria e la sconfitta fanno parte del gioco. Nel praticare lo sport, l’uomo agisce rispondendo ad alcune sue esigenze primarie come gli istinti e le passioni e utilizza le sue abilità motorie insieme al suo intelletto allo scopo di raggiungere i migliori risultati.
L’uomo fa sport per conoscere se stesso e dare un significato alla sua esistenza, con la stessa motivazione con cui crede in una religione, crea forme d’arte o studia le scienze.
Lo sport è inoltre un’attività educativa che insegna l’autocontrollo, il rispetto di sé, degli altri, delle regole e il senso civico.
Ogni disciplina sportiva ha i suoi regolamenti che determinano lo svolgimento degli incontri nel rispetto degli avversari. L’interpretazione della morale nello sport è un esempio di quale dovrebbe essere il comportamento umano nella vita quotidiana. Nelle competizioni sportive gli atleti si muovono secondo regole che conoscono bene e che accettano di rispettare fin da subito. Anche nella vita comune esistono le regole e le leggi che molto spesso vengono accettate malvolentieri oltre che essere considerate delle limitazioni. Nello sport le regole non vengono mai messe in discussione e la loro accettazione è tacita.
Lo sport rappresenta uno degli aspetti più significativi dell’etica nell’esistenza umana. La pratica sportiva permette di raggiungere l’appagamento e la felicità non solo agli atleti, ma a tutti coloro che assistono alle loro imprese. Nel momento in cui l’uomo pratica lo sport o assiste ad un evento agonistico, dimentica i problemi che affliggono la sua vita e quella altrui; inoltre prova serenità e soddisfazione nel sapere che le regole sono uguali per tutti e che ciascuno le rispetterà. La caratteristica morale è alla base della grande importanza e del grande seguito che ha raggiunto lo sport nella società moderna.
L’atleta esprime al meglio e al suo massimo livello il concetto di virtù: egli è perfetto sia sotto l’aspetto morale che sotto quello fisico. Inoltre, il mito della bellezza e dell’equilibrio del corpo dell’atleta come simbolo di giovinezza senza fine, ha un suo significato estetico nella perfezione del gesto (atletico) e nell’esecuzione del movimento.
L’utilità sociale di Giochi Olimpici, rispondendo ai bisogni morali, educativi, estetici e fisici della collettività è una conseguenza logica della pratica sportiva e del MOVIMENTO in genere.
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