IL SENSO DEL TRIATHLON

Il triathlon è in crescita, piace per la varietà delle sue tre discipline nuoto – bici – corsa, piace perché, con il giusto approccio e un’adeguata preparazione, può essere praticato da molti, da 8 anni a oltre 75. Il più conosciuto e comune è il Triathlon Olimpico che include 1500 metri di nuoto, 40 km in bicicletta e 10 km di corsa.Triathlon_4_11_2017

Allenarsi al triathlon e prender parte alla sua competizione significa principalmente imparare a gestire le proprie energie e a saper affrontare ogni genere di difficoltà.  In una parola, a resistere.

Chi in gara ha come obiettivo quello di completare il percorso in buone condizioni, magari sorridendo e divertendosi, di fare una bella esperienza formativa, di crescita piuttosto che scalare le classifiche o misurare i propri tempi, sa che deve comunque costruire con la preparazione una base aerobica e una resistenza generali molto buone.

Il lavoro muscolare nel Triathlon Olimpico è prevalentemente di tipo aerobico perché si protrae da un minimo di 1h e 30’ ca ad un massimo di oltre 3 ore.

Triathlon_3_11_2017Un vero programma di allenamento deve essere visionato da un trainer esperto che fornisca le tabelle corrette di allenamento. Portare con attenzione il corpo ad uno sforzo via via maggiore non basta però se non si considera anche il tempo da dedicare al recupero completo. Così, un consiglio generico, ad esempio, è di allenarsi 2 volte alla settimana a nuoto, 2 volte alla settimana in bicicletta e 2 volte alla settimana alla corsa con un giorno di scarico, di riposo. Rigenerare inoltre il corpo con attività fisiche diverse dalle tre discipline come un lavoro di forza in palestra o qualche seduta specifica tipo pilates, come un rinforzo alla stabilità della schiena e del core, come uno stimolo alla propria propriocettività e alla reattività plantare, aiuta a utilizzare al meglio tutte le abilità fisiche.

Il triathlon insegna a conoscersi meglio, a sapersi affidare alle proprie forze, a fare appello a tutte le risorse fisiche e mentali, a trovare i propri ritmi, a spostare i propri limiti.Triathlon_6_11_2017

Le tre discipline, nuoto – bici – corsa, insieme comportano degli adattamenti neuromuscolari e un impegno muscolare molto diversi. Inoltre comunicano sensazioni di sforzo e fatica altrettanto differenti. Ecco che passare da una disciplina all’altra, cioè dal nuoto alla bicicletta, dalla bicicletta alla corsa, abitua a vivere alternanze in cui ora c’è sollievo e le articolazioni non fanno male, a momenti in cui le gambe non girano, i movimenti risultano limitati, gli schemi di movimento sembrano persi in un sentirsi goffi, rigidi e impacciati. Ma passare da una disciplina all’altra significa anche imparare a ritrovare subito ritmo e intensità adeguati, una posizione corretta nonostante una biomeccanica variata e non più propria.

Pure nella vita di tutti i giorni succede di dover passare da un ruolo ad un altro, da un impegno ad un altro, dal risolvere un problema e subito dopo risolverne un altro, da un incarico ad un altro e così via. Ecco allora che il triathlon insegna a Triathlon_9_11_2017saper gestire i passaggi da – a, ad accettare la transizione, a trovarsi pronti a cambiare repentinamente, ad accettare sempre una diversa realtà.

Perché passare da – a significa trovare quel giusto equilibrio tra l’impazienza di buttarsi nella fase successiva per frenesia o curiosità e la riluttanza a farlo per timore, stanchezza o pigrizia.

Passare da – a, a volte comporta sopravvalutazione di sé o al contrario una mancanza di fiducia nelle proprie possibilità, un’inadeguatezza, un attaccamento alle proprie abitudini e alle proprie sensazioni da rendere difficili i passaggi al nuovo.

La reazione al passaggio da – a è quasi sempre emotiva. Come tale richiede un rinforzo della struttura della personalità. Solo così si può acquisire la capacità di trovare dentro di sé le risorse per andare avanti. Imparare a resistere nel triathlon e nella vita è il risultato di una forza di volontà allenata e di un alto livello di resilienza.Triathlon_7_11_2017

Il triathlon aiuta a essere più focalizzati, più organizzati, più rapidi, ad avere maggior determinazione, sopportazione, forza d’animo e così anche nella vita.

Dal triathlon si è educati a nutrirsi correttamente, a idratarsi, a saper scegliere la giusta integrazione e saper ascoltare i segnali del corpo per conservare l’energia fisica per la disciplina successiva rispettando la fatica, a non abbandonare la motivazione perché c’è la consapevolezza di un triplice sforzo e tutto ciò torna utile, un’altra volta, anche nella vita.

Nel triathlon non ci si può mai fermare in quanto prima si nuota, poi si va in bici e infine si corre. Occorre abituarsi a cambiare al volo il tipo di disciplina diventando rapidi pure nel togliere il casco, ad esempio, nell’infilare le scarpe da corsa e così via.

Anche nella vita di tutti i giorni serve avere questa velocità per non rimanere fuori dalla realtà.

I numerosi parallelismi  tra triathlon e vita non si limitano a quanto detto.  Se nel triathlon è determinante la conoscenza del percorso di gara, i suoi dettagli ( in pianura? è un saliscendi? si nuota in acque libere di mare o di lago?)  per una migliore gestione delle energie, nella vita e altrettanto importante essere consapevoli e focalizzati sul proprio percorso di studio, di lavoro, di relazione, ecc.

Se nel triathlon è fondamentale l’adattamento alle condizioni metereologiche del momento, favorevoli o sfavorevoli (vento, caldo, freddo, pioggia e così via), per vivere positivamente tutte le variabili, nella vita è a sua volta indispensabile fare esperienza delle avversità di qualsiasi genere per abituare la mente a non arrendersi.

Se nel triathlon la componente psichica entra in gioco dal primo minuto di gara in una provaTriathlon_10_11_2017 che ha la durata di alcune ore e l’impegno di tre discipline, nella vita l’aspetto psichico è la guida costante che orienta l’individuo nelle sue numerose competenze.

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L’ESERCIZIO FISICO SOSTENIBILE

L’esercizio fisico sostenibile ha le caratteristiche di un movimento naturale che migliora la forza, la resistenza, la flessibilità, la velocità, la potenza, l’equilibrio e tutte le peculiarità di un corpo fatto per essere attivo, nel rispetto delle sue condizioni fisiche e di età.

EF sostenibile_3_10_2017E’ sano, fisiologico e soprattutto adatto alla specie umana. In questo modo risulta non dannoso ad alcun distretto del corpo umano.

La vita attuale e molto distante dagli standard previsti per gli esseri umani dalla natura. La moderna tecnologia e gli sviluppi scientifici hanno allontanato l’uomo dal rispetto delle regole della natura per forza maggiore e per pigrizia. Gli agi e le comodità hanno distolto  l’uomo da  ciò che potenzialmente e naturalmente potrebbe essere e lo hanno condizionato a seguire uno stile di vita autolesionista.

Egli vive in un ambiente che lo porta a diventare progressivamente ipocinetico e ad ammalarsi più frequentemente.EF sostenibile_5_10_2017

Si è visto ad esempio quanto sia compromesso il sistema propriocettivo (e ancora di più nelle nuove generazioni!) che garantisce l’equilibrio rispetto la forza di gravità.  Come se la propriocezione, ovvero il senso del movimento e della posizione legato alle caratteristiche e qualità strutturali di articolazioni, muscoli e legamenti, non garantisse più il mantenimento della stabilità. L’esercizio fisico è inoltre sottovalutato e sotto – utilizzato  rispetto le scelte e soluzioni farmacologiche o chirurgiche. Per mancanza di EF sostenibile_4_10_2017conoscenza e consapevolezza sulla sua reale efficacia, anche la medicina trascura il dato di fatto che fare movimento con regolarità rappresenta una attitudine in grado di modificare e migliorare le condizioni di salute della persona.

In futuro tutti i paesi avranno il dovere di promuovere politiche in aiuto alle popolazioni per fare scelte sostenibili e sane in termini di promozione dell’attività fisica e di una corretta alimentazione. Solo in questo modo sarà possibile tenere sotto controllo disequilibri e patologie per far crescere le aspettative di vita e di guarigione riducendo i costi sanitari.

L’uomo sta vivendo in maniera non sostenibile non solo in ambito  economico, ambientale e sociale, ma anche fisico.

La sostenibilità del movimento è la prerogativa per garantire la salute dell’individuo ed è un concetto che riguarda il suo futuro.EF sostenibile_6_10_2017

L’esercizio fisico sostenibile è definito letteralmente come un gesto motorio che può essere sostenuto, mantenuto, continuato, dal corpo umano nel tempo e che pertanto è considerato sopportabile, tollerabile, fisiologico.

L’esercizio fisico sostenibile raggruppa una serie di singoli movimenti a corpo libero e attività che rendono attivo il corpo, che gli consentono di agire e sperimentare il mondo, di riacquistare valore e di migliorare la qualità dell’esistere.EF sostenibile_7_10_2017

Ad esempio le due modalità di locomozione bipede fisiologiche dell’individuo quali il cammino e la corsa; a ciò si aggiunge l’abilità di arrampicarsi. Quest’ultima è l’espressione di chi avendo una struttura fisica simile a quella dei primati, dopo milioni di anni di esistenza arboricola dei nostri predecessori, è in grado di spostarsi anche con gli arti superiori.

Inoltre l’attivazione di gruppi muscolari dell’arto superiore come pettorali, dorsali, bicipiti, flessori, attraverso precise sequenze.

E ancora quelli degli arti inferiori come il camminare di tanto in tanto scalzi o su superfici non solo piatte. L’insieme di questi esercizi rappresentano quella attività fisica sostenibile da fare tutti giorni.

Anche se l’uomo oggi è in grado di andare oltre il “naturale”  grazie a strumenti e sostanze che espandono e potenziano le sue capacità e abilità fornendo nuove risorse, decidere di fare attività fisica dipende molto dalle esperienze motorie fatte o no in precedenza e dalle risposte emotivo – affettive  piacevoli o sgradevoli avute in passato.

Ecco che l’esercizio fisico sostenibile deve essere tale sia da un punto di vista fisico che psichico. È sostenibile quando nasce dal piacere e non viene vissuto come un dovere o un’imposizione. È sostenibile quando diventa parte integrante dello stile di vita di tutti, compresi soggetti affetti dalle più EF sostenibile_8_10_2017diverse patologie. A essi, in particolar modo, si consiglia un programma di esercizio fisico sostenibile, applicabile, conveniente al fine da risultare clinicamente utile.

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