AMBIENTE E SALUTE

Il rapporto con l’ambiente è determinante per conoscere la salute dell’uomo. Dal verde incontaminato della natura alla città inquinata, la relazione tra l’uomo e i vari fattori ambientali può determinare i diversi stati di salute o di malattia.Ambiente e salute_5_3_2017

C’è un legame chiaro tra il benessere, fisico e psichico dell’uomo e lo stato dell’ambiente. Ma oggi è un legame a rischio. E c’è una domanda di salute in aumento e di qualità ambientale. Comunicare il rischio per la salute e per l’ambiente diventa allora doveroso.

La considerazione se l’uomo influenza l’ambiente o l’ambiente influenza l’uomo trova risposta nel degrado ambientale ad opera dell’individuo. La Natura è perfetta, si autoregola e mantiene un equilibrio tra specie animali e vegetali. L’uomo allora influenza l’ambiente, ma l’ambiente influenza l’uomo soprattutto per come lo sta influenzando.

Già nell’antico mondo ellenico, la relazione tra l’uomo e l’ambiente era vista come l’influenza dell’uomo sull’ambiente. E separarsi dalla natura non aiutava certo l’uomo. Un organismo crea infatti un’interazione di cooperazione con l’ambiente. Per capire il destino di un organismo bisogna cogliere il suo rapporto con l’ambiente.

A livello biologico l’organismo è costretto a reagire di continuo all’ambiente e alle sue condizioni per mantenere un equilibrio nella relazione con esso e per preservare le proprie funzioni vitali.

 Ambiente e salute_6_3_2017Un cambiamento che avviene nell’ecosistema modifica profondamente lo stile di vita e la salute dell’uomo. Ciò comporta un adattamento che risulta essere l’effetto positivo, mentre se si tratta di modificazioni legate all’inquinamento gli effetti risultano negativi.

Vivere in armonia con tutto ciò che circonda l’uomo, accresce il benessere e la salute psico-fisica. Ecco perché, per migliorare le condizioni di vita, l’uomo deve creare e proteggere ambienti e strutture architettoniche in armonia con le forze della natura.

Children

Come il FENG-SHUI, un’antica arte che unisce la filosofia e l’architettura, la saggezza e il pragmatismo nel costruire, arredare, ordinare gli spazi in cui si vive, così conoscere le leggi fisiche della dinamica, l’elettromagnetismo, i principi della termodinamica, le influenze cosmiche sulla Terra attraverso l’astrofisica, possono aiutare l’individuo a capire in quale ambiente vive.

La qualità dell’aria e dell’acqua, il consumo degli alimenti, l’uso di prodotti di detersione e profumazione, l’inquinamento acustico, il degrado del suolo, i mezzi di trasporto, la sicurezza chimica ed elettromagnetica costituiscono l’ambiente intorno all’uomo.

Ci sono oggi nuovi tipi di inquinanti, nano particelle utilizzate per prodotti e strumenti elettronici, agricoli, cosmetici, biomedici che spingono a sviluppare ulteriori conoscenze sulle relazioni tra ambiente e salute umana.

Ambiente e salute_9_2017 I campi elettromagnetici a radiofrequenza tipici dei telefoni cellulari, ad esempio, per gli utilizzatori abituali, l’irraggiamento continuativo, diffuso e costante del wi-fi, ma come pure l’influenza di computer, televisori, elettrodomestici, interagiscono con i tessuti biologici dell’uomo tanto più si è esposti alle onde e vicini alla sorgente emittente.

Un effetto biologico si manifesta quando l’esposizione alle onde elettromagnetiche crea una variazione fisiologica in quel dato sistema biologico. Se l’effetto biologico è al di fuori di quel tempo in cui l’organismo può farne fronte, allora si giunge a un danno alla salute.Ambiente e salute_3_3_2017

 Le evidenze e le relazioni scientifiche che legano i campi elettromagnetici, ad esempio, a malattie quali il cancro sono controverse ma il buon senso potrebbe far capire che una relazione c’è.

Allora usare il meno possibile il cellulare, possibilmente con l’auricolare o a viva voce, tenerlo lontano dal corpo, lontano dalla stanza dove si dorme se rimane acceso, orientare il letto verso il Nord, usare materiali e sostanze naturali per gli ambienti, disporre delle piante verdi, organizzare gli spazi e l’ordine, la salubrità, scegliere gli alimenti, l’attività fisica e lo stile di vita, ecc. avrebbero un impatto biologico profondo sulla vita dell’uomo e meno pericoloso sulla salute.

 L’armonia tra individuo e ambiente può ancora sopravvivere attraverso una relazione spazio-temporale se egli ricerca le influenze ambientali più adatte a un equilibrio psico-fisico, ma nel rispetto dell’ambiente.

Ambiente e salute_14_3_2017

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TECNOLOGIA E MOVIMENTO

La tecnologia presenta ogni anno le sue novità. Tra i mezzi elettrici per il trasposto personale, c’è l’avveniristico hover-board che incuriosisce e piace a molti, ma si lascia usare da pochi.

L’hover-board ha due ruote (anche se il termine hover lascerebbe intendere che il mezzo non debba toccare terra!), un motore elettrico alimentato da una batteria e come dispositivo di trasposto personale, si guida con abili bilanciamenti del peso corporeo sui piedi.

Con una velocità di circa 10 km orari, l’ hover-board è in grado di accompagnare il transporter per 20 km.Hoverboard_1_2_2017

Lo definiscono all’apparenza un’alternativa al cammino: più rapido della normale camminata, ma più lento dell’andatura in bicicletta, ottimale per coprire distanze che a piedi risulterebbero impegnative, un mezzo ecologico, pulito che non inquina.

Da sempre la tecnologia perfeziona, potenzia e spesso sostituisce quelle attività fisiche  e quei movimenti che l’uomo è in grado di fare. La domanda da porsi è: quanto ciò influisce sull’equilibrio e la salute privando l’uomo del movimento spontaneo e naturale come camminare?

L’hover-board, un gadget tecnologico che come i droni imperverserà ovunque, non avrà per tutti lo stesso valore e qualcuno lo ignorerà pure. Ma privare l’individuo di un’esperienza biologica come il cammino va contro il bisogno odierno di schiodarsi dalla sedentarietà.

Hoverboard_9_2_2017E’ vero che per mantenersi in equilibrio sull’ hover-board ci vogliono sensibilità e propriocettività, due abilità che solo grazie alla pratica dell’attività fisica si possono acquisire, oltre che un contributo dall’elettronica di questo giocattolo tecnologico.

I movimenti indispensabili per avviare questo “acceleratore di andatura”, per farlo curvare o arrestare prevedono spinte e sollevamenti dall’appoggio di uno o dei due piedi. Spostando il baricentro del corpo, si avanza, si arretra o si gira su se stessi. Il controllo dei movimenti, parte dunque dai piedi.

E’ vero anche che l’ hover-board spinge la gente a stare all’aperto e che l’ecologia ne trae beneficio perché è un mezzo di trasporto eco-friendly che rispetta l’ambiente. Non è però agevole e portarselo dietro, pesa un po’. Ma è un’anticipazione del futuro e su qualche caratteristica meno positiva si tende a chiudere un occhio.

La tecnologia progredisce per appagare bisogni sempre più ricercati e per soddisfare quel desiderio innato di non fare troppa fatica. Già i trasporti pubblici e i mezzi di locomozione, gli ascensori e le scale mobili hanno ridotto il cammino ad un hobby da tempo libero o da fine settimana. Ora i moderni dispositivi tentano addirittura di soppiantare l’attività fisica più naturale e spontanea.Hoverboard_4_2_2017

 La tecnologia moderna ha senza dubbio contribuito a uno stato di salute migliore, ma in questo benessere generale raggiunto c’è anche il paradosso.

L’impatto di un nuovo comportamento che facilita e rivoluziona la mobilità di ciascun individuo, provoca significativi cambiamenti nello stile di vita. In primis riducendo l’attività fisica. Nonostante si ponga attenzione ai rischi dell’inattività fisica, una considerevole parte della popolazione mondiale continua a non fare moto. Mentre è un’evidenza scientifica che per stare bene si debba seguire un programma di esercizio moderato.

Hoverboard_3_2_2017Solo conciliando modernità tecnologiche e fisiologiche esigenze, si potrà conservare quella naturale e spontanea abilità che è il cammino, non ridotta a pochi, saltuari passi al giorno.

Se la tecnologia renderà sempre più comodo il futuro dell’uomo, starà all’uomo vedere nella tecnologia l’obiettivo della comodità senza trascurare il suo fisiologico bisogno di movimento.

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QUALE EQUILIBRIO?

Un equilibrista che cammina lungo una fune sospesa nel vuoto è in grado di attuare una serie di aggiustamenti per rimanere lassù in equilibrio. Una ballerina sa stare in equilibrio quando posiziona il baricentro sulla verticale passante per il suo punto d’appoggio, la punta del piede. Ma l’equilibrio è una condizione precaria e va continuamente ricercato.coaching_equilibrio_9_1_2017

Le forze che agiscono su un corpo che vuole mantenersi in equilibrio devono essere controllate e calcolate altrimenti il corpo cade giù. Solo così un edificio può resistere alle scosse telluriche o un ponte stare in equilibrio anche se attraversato da innumerevoli vetture.

L’individuo umano da sempre si definisce in equilibrio quando si occupa della propria salute, del proprio benessere, quando ricerca costantemente il proprio equilibrio psicofisico.  È una condizione, l’equilibrio psicofisico, uno stato in cui tutto sembra collocato al posto giusto dove non c’è l’eccesso.

Non eccedere, infatti, vuol dire essere in equilibrio.

Essere in equilibrio è stare bene, nel mondo, con se stessi e di conseguenza con gli altri.   Significa essere la migliore espressione di sé, ma solo assumendosi la responsabilità di come gestirsi e di come vivere la vita.

Perché ignorare i segnali che il corpo manda è decidere di allontanarsi dalla salute e dal benessere, in una parola, dal proprio equilibrio.

coaching_equilibrio_8_1_2017A volte basta rallentare il ritmo delle giornate, dare spazio a momenti di attività fisica facendo due passi attorno casa oppure a attimi di rilassamento in direzione di un personale benessere per non sovraccaricare il cervello, controllando il ritmo del respiro.

L’ equilibrio dell’individuo è il risultato di un rapporto tra l’attenzione e la cura di sé, fisica e mentale, tra se stessi come entità e l’ambiente circostante, tra l’essere umano e la sua capacità di creare e mantenere i legami, le relazioni con gli altri.

Perseguire nella ricerca di un’armonia corpo – mente porta a diventare persone “equilibrate” capaci di vivere l’affettività, le emozioni, la condizione fisica. E’ l’arte del vivere bene.

Tutto nella vita e nell’universo sembra funzionare per ristabilire perpetuamente un equilibrio che porti alla stabilità.

Pure l’uomo per stare in piedi oscilla costantemente attorno ai suoi piedi e attua inconsapevolmente un continuo controllo del suo equilibrio con degli aggiustamenti posturali.

Così, simile a un pendolo inverso, l’uomo oscilla per mantenersi eretto.

Il corpo umano sembra in realtà non trovarsi mai in una condizione di completa immobilità. Ogni funzione vitale dell’organismo è legata alla tendenza a riportarsi ripetutamente a un equilibrio interno in un processo noto come omeostasi.

L’equilibrio ha una dimensione dinamica e va sostenuto, conservato nel tempo. L’ uomo spesso dimentica che vivendo nel tempo questo punto di equilibrio lo supera o lo manca a discapito della salute.

coaching_equilibrio_7_1_2017Spinti da forze contrapposte l’uomo e il suo organismo come microcosmi lottano ogni giorno per ristabilire un giusto equilibrio: stress e riposo, sedentarietà e movimento, dovere e piacere, squilibri alimentari dieta e dieta sana, lavoro e tempo libero, relazioni professionali e rapporti familiari. E come pendoli l’uomo e il suo organismo oscillano incessantemente tra il bene e male, il più e il meno, tra la salute e la malattia, a volte tra la vita e la morte.

Ma il benessere passa attraverso la salute e la salute passa attraverso l’equilibrio.

Ristabilire costantemente l’equilibrio significa vivere una condizione di ben – essere personale dove la dimensione fisica, quella psichica e quella emozionale – relazionale sono bilanciate.

Quel ben – essere vede l’individuo responsabile attivo nel processo rivolto a riequilibrare lo stato di salute. Perché bisogna saper prendersi cura di sé, bisogna saper agire con maggiore consapevolezza.

Spesso ci si rende conto di sapere nei dettagli che cosa fare per stare bene, ma di non farlo!

coaching_equilibrio_2_1_2017Nella ricerca del proprio equilibrio il valore dell’attività fisica è grande. Un corpo che si muove, immerso in un ambiente naturale, in continua connessione con la mente orientata a un corretto stile di vita, dimostra di possedere una forza nuova.

E’ un percorso impegnativo e di responsabilità lungo il quale si impara a stabilire delle priorità, a organizzare meglio il proprio tempo, a far conciliare bisogni e credenze contrastanti, a divenire imperturbabili.

A volte la percezione di incapacità e di difficoltà può essere superata chiedendo aiuto a un Coach.  Come guida, il Coach accompagna ciascuno nel dare una direzione alla propria vita, nel sapersi adattare, nell’ essere in grado di cavarsela correggendo alcuni comportamenti.

Imparare a trattare il proprio corpo nel migliore dei modi partendo dal movimento  significa rendersi conto di essere lassù, sulla fune, ad avanzare come un equilibrista oscillando senza mai cadere…

boat jetty sunset lake windermere lake district cumbria england uk europe

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LA VITA, UNA SFIDA CONTINUA

Vivere la vita è un po’ come affrontare una continua serie di sfide che si mette sulla strada. E’ lì quando si ha un obiettivo da raggiungere o un problema da superare.

E’ un po’ come prepararsi per un’escursione in montagna: il fisico è ben preparato? Si è in grado di gestire le emozioni, lo stress e le paure? Si fa una buona programmazione iniziale?sfide_9_25_2016

L’esito della sfida dipende sempre dal saper utilizzare tutte le risorse interiori a propria disposizione, sia quelle fisiche che quelle psichiche, proprio quando sono sollecitate al massimo.

 Nella sfida si sperimentano le proprie capacità e i propri limiti, si impara ad affrontare difficoltà impreviste, ad essere pronti, a condividere la fatica e la gioia, a non scoraggiarsi.

Trovarsi difronte a una sfida significa avere due uniche possibilità: affrontarla oppure no. Niente scuse. Se si sceglie di affrontarla, il modo migliore di vincere è PREPARARSI. Esattamente come nello sport, dove l’unica maniera per vincere una finale è ALLENARSI! Ma vincere o perdere può aiutare a capire dove migliorare. L’esito della sfida può far comprendere quali attitudini devono essere ancora sviluppate e quali sono le carenze più evidenti.

In questo articolo desidero condividere 5 cose che ho imparato nella mia vita, cose che ho appreso come merito dopo aver superato piccole, grandi sfide e nell’averle, in alcuni casi, evitate come una malattia contagiosa. Ciò che si impara nel corso della propria esistenza non lo si impara soltanto con il successo e le vittorie, ma pure con i fallimenti e le cadute.

1_ CURA la FORMA FISICA e quella MENTALE.

sfide_8_25_2016E’ importante assicurarsi di essere in SALUTE e in FORMA in ogni circostanza della vita. Bere acqua, regolare l’alimentazione, il riposo, l’ATTIVITA’ FISICA, il respiro, l’uso dei farmaci e degli integratori; fare in modo che ci siano sempre la giusta dose di tutto e l’equilibrio in relazione al proprio fabbisogno fisico e psichico. Più è importante la sfida e maggiore deve essere la quantità e la qualità del tempo dedicato all’ESERCIZIO FISICO.

Allentare inoltre l’ansia e non farsi prendere dalla fretta è un consiglio utile da seguire: c’è un tempo per ciascuno per sfidare i propri ostacoli.

2_ALLENA il CERVELLO.

Quando si comunica mentalmente al corpo di persistere nel voler affrontare la sfida, il corpo risponde automaticamente e di conseguenza. Quando si smette con l’autocommiserazione sostituendola con la tenacia e il coraggio, improvvisamente ci si accorge di poter superare i blocchi auto-imposti.sfide_6_25_2016

Bisogna usare l’abilità dell’autosuggestione: parlando di se stessi in forma positiva senza tener conto delle circostanze, visualizzando un risultato positivo e la piacevole sensazione che ne deriva, si abitua il cervello a trascurare quei segnali naturali che orienterebbero a smettere, a lasciar perdere, a rinunciare.

Se si predispone la mente allo scopo, la mente trova la strada per raggiungerlo.

3_IMPEGNATI.

L’impegno è l’esatto opposto della distrazione, dell’evasione, del procrastinare e di tutti gli altri atteggiamenti e comportamenti non-produttivi. Ma pure il troppo impegno, l’esagerata ossessione di farcela andando troppo velocemente dritti verso la sfida è un errore che si commette quando si vuole tanto e senza limiti. E’ come muoversi da pachiderma in un negozio di cristalli e vetri.

L’ideale è invece agire ogni giorno, compiere piccoli passi secondo un vero piano d’azione da mettere in atto e portare a termine compiti che la mente crede essere facilmente realizzabile.

 4_NON ARRENDERTI.sfide_10_25_2016

La chiave dei buoni risultati è l’atteggiamento. Non arrendersi mai di fronte le sfide della vita è un po’ come quando si fa un’escursione in montagna. Se il sentiero è ripido e sfinisce, se la salita non lascia intravedere la cima, non di certo ci si arrende e si torna indietro. Un passo alla volta si procede e anche se la vita mette a dura prova, mano a mano questo modo libera se stessi da un atteggiamento negativo e pessimistico. A volte bisogna combattere la voglia di lasciarsi andare e arrendersi.

Sostituire il “non posso” con il “posso farcela” consente di sviluppare una sorta di fede in se stessi e nelle proprie capacità intrinseche. Come in tutti gli ambiti della vita, l’obiettivo in sé e il lavoro sotteso poggiano su un fondamento di fede.

Il corpo e la mente sono in grado di fare e di dare più di quanto si creda di poter essere capaci in quel preciso istante. Allora, perché sottovalutare se stessi e non aver fiducia nelle proprie capacità?

5_IMPARA dagli ALTRI.

Quando si è di fronte una sfida e c’è uno specifico obiettivo in mente, non si può pretendere di arrivarci in breve o di avere già a disposizione tutti gli strumenti necessari. Perciò, trascorrere del tempo nel formare e educare se stessi, è indispensabile. Ciò significa apprendere quante più cose è possibile per poter conoscere al meglio ciò di cui si ha bisogno per agire in modo efficace. Non si è soli nel sfidare situazioni, momenti, persone che la vita pone davanti; molti altri l’hanno fatto e lo stanno facendo. Allora ascoltare e imparare, leggere, farsi guidare da un coach o semplicemente osservare e prestare orecchio a chi ispira o a chi di esperienza ne ha fatta, può aiutare a esprimere il  meglio delle proprie capacità, a usare le strategie necessarie soprattutto nei momenti che più contano.

Le sfide sono presenti sino alla fine della propria vita e non si evitano perché lì sta la crescita personale dell’individuo. Ci sono prove per superuomini e superdonne e prove più elementari; nessuna deve essere giudicata o comparata perché ciascuna è di grande interesse per l’evoluzione della singola persona.sfide_2_25_2016

 Ci vogliono impegno e determinazione e se gli ostacoli incontrati appaiono faticosi, basta pensare che non sono insormontabili. I limiti che si intendono sono sempre i limiti del possibile. L’impossibile molte volte è tale perché non si vuole renderlo possibile.

 Tante sfide appaiono inaffrontabili, ma molto spesso non lo sono veramente; il più delle volte manca la giusta determinazione per superarle. Vincere una prova impegnativa infonde maggiore fiducia in se stessi, contribuisce a progredire nello sviluppo del carattere, della personalità e nell’approfondire le conoscenze.

 Molte sono le ragioni per vivere una sfida, non ultima la possibilità di raccontarla. Di essa rimane un ricordo significativo e il desiderio del confronto. Di fronte una sfida si prova ad arrivare sino in fondo dando il massimo. Si vince nella misura in cui ci si mette in gioco.

 sfide_7_25_2016

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NATALE E SALUTE

Con l’arrivo delle FESTE i buoni propositi di continuare a MUOVERSI vengono spesso rinviati e la volontà si mette in disparte.

L’ approccio generale al periodo delle Feste è, di base, poco conveniente: si giustifica con leggerezza una sospensione dell’ ATTIVITÀ FISICA in palestra, presumendo (e confidando!), nella chiusura della stessa durante tale periodo, si mostra un certo disinteresse verso un regolare regime alimentare semplicemente perché a Natale è difficile evitare di sgarrare e perché il tempo va dedicato agli acquisti, alla preparazione dei piatti delle feste, alle decorazioni e alle relazioni con amici e familiari.

Sembra che dagli inizi di dicembre a dopo l’Epifania il tempo si dilegui solo tra inviti a tavola, cene aziendali, bicchierate augurali tra amovimento_4_24_2016mici, scambi gastronomici in famiglia, preparativi, shopping compulsivo, ghiotte trasgressioni (perché, in fondo, quel dolcetto e quegli avanzi mica li butterai via?), beati momenti a casa in pantofole o sotto il pile, davanti la tivù o il caminetto.

Se ci si sta preparando al Natale è importante anche pensare alla migliore forma fisica tenendo sempre pronta la tessera del proprio club senza lasciare in un angolo le scarpe da ginnastica perché al momento non servono!

Ci sono alcune regole da seguire se si vuole continuare a proteggere la SALUTE anche durante le feste. E, forse, è più che mai da dicembre che si debba pensare alla salute perché a Natale il palato è contento, ma si è sicuri che lo sia anche l’organismo?

1° regola. Mantenere attivo il corpo grazie al MOVIMENTO significa avere un METABOLISMO efficiente, in grado di bruciare le calorie in sovrappiù, eliminare le tossine e abbassare il colesterolo “cattivo”.

La muscolatura, se allenata con costanza, ha bisogno di essere nutrita e questa richiesta provoca un innalzamento della disponibilità di calorie giornaliere. Così, aumentare il dispendio energetico attraverso l’ ATTIVITÀ FISICA è un compenso essenziale per tenere il metabolismo basale sempre attivo e sedere a tavola senza grossi sacrifici.

Pur facendo attenzione alla qualità del cibo, alla genuinità dei piatti e al bilanciamento dei nutrienti, i pasti delle feste sono purtroppo ricchi di grassi e zuccheri, sapidi e meglio conditi rispetto a quelli normali.

Si assumono in media il 30% di grassi saturi in più di quanto è consigliato e durante le Feste la dose, oltre a quella del colesterolo, può aumentare.movimento_7_24_2016

La prima reazione dell’organismo ad un apporto maggiore di cibo e bevande è la RITENZIONE dei LIQUIDI INTERSTIZIALI. Sodio e glucosio si concentrano nel sangue insieme agli altri nutrienti al punto da favorire l’aumento della pressione osmotica e del volume plasmatico. Così, con un volume del plasma sanguigno e dei liquidi presenti nei tessuti superiore rispetto agli altri momenti dell’anno, il peso corporeo sale. L’aumento del peso non deve preoccupare, ma solo allertare. (L’analisi con la bioimpedeziometria- BIA rivela dati e valori precisi). Nell’arco di qualche giorno quel chilo/due se ne va fisiologicamente a meno che si continui a eccedere con le quantità.

2° regola. Essere costanti nel praticare attività fisica dovunque ci si trovi e più che mai in questo particolare momento dell’anno. Un concentrato di Feste, eventi, scambi, incontri, condivisioni attorno a un tavolo imbandito come nel periodo di dicembre-gennaio deve far riflettere. L’accumulo di calorie e di tossine che ne deriva è il motivo principale per dare CONTINUITÀ e REGOLARITÀ alla pratica della propria ATTIVITÀ FISICA.

L’ ATTIVITÀ FISICA prima delle feste mantiene il METABOLISMO ATTIVO;

l’ ATTIVITÀ FISICA durante le feste aiuta a eliminare la ritenzione dei liquidi;

l’ ATTIVITÀ FISICA dopo le feste consente il consumo e lo smaltimento di CALORIE e TOSSINE in eccesso.


movimento_3_24_2016Ricordati che non si ingrassa tra Natale e Capodanno, ma fra Capodanno e Natale”
(
Anonimo)

Aggiungere un’uscita, allungare le sedute di ATTIVITÀ FISICA contribuisce, oltre ad accelerare il METABOLISMO per bruciare di più, anche per fare più attenzione a ciò che si ingurgita e non lasciarsi portare ad esagerare.

Freddo, mal tempo e buio già nel pomeriggio, poi, non devono scoraggiare.

Queste sono condizioni che, stimolando energicamente l’organismo, consentono di dissipare, come un bruciatore, un maggior numero di calorie.

Se ci si trova in vacanza in questo periodo, non ha valore l’ alibi di rilassarsi e basta, di mangiare, farsi coccolare alle Terme, ad esempio e non MUOVERSI affatto.

Avere qualche giorno di pausa dal lavoro a Natale può essere invece una buona occasione per praticare qualche ATTIVITÀ FISICA diversa. Senza gli orari lavorativi a cui sottostare, probabilmente si è in grado di allungare un po’ la durata dell’ ATTIVITA’ FISICA in questione, magari all’aria aperta o di intraprendere qualcosa di nuovo favorendo così un aumento del dispendio energetico.

Chi pratica abitualmente ATTIVITÀ FISICA, può dedicarsi in questo periodo ad allenamenti meno intensi ma più lunghi del solito, purchè tra i 30-60 minuti minimo, al giorno.

3° regola. Moderazione. Questa regola vale sia per ciò che si butta giù tra assaggi, buoni piatti e bicchieri, sia per l’ ATTIVITÀ FISICA praticata nell’illusione di ottenere prima possibile i risultati desiderati (magari sudando esageratamente sotto tessuti che non traspirano!) o nel correre semplicemente ai ripari!

Moderazione significa limitare le porzioni, non toccare grissini e pane durante i pasti, alternaremovimento_1_24_2016 un bicchiere di acqua a uno di vino (l’alcool è zucchero e ha calorie!), scegliere il panettone anziché il pandoro che contiene troppi grassi e calorie e così via.

Dovendo mangiare, inoltre, meglio preferire solo ciò che piace veramente, non fare il bis e masticare lentamente per assaporare a lungo il piacere.

Secondo recenti statistiche le Festività natalizie portano nel 68% degli italiani dai 2 ai 3 kg di media, in più. Chi è già in sovrappeso corre un grosso rischio se cede a tutte le tentazioni gastronomiche. Si sa che prevenire è meglio di curare…

4° regola. Prevenire e arrivare preparati alle Feste.

Ciò vuol dire:

seguire un regime alimentare un po’ austero già dal mese di novembre dove verdura e legumi abbondano, dove i carboidrati si limitano a porzioni da 70-80 gr al giorno e non di più;

seguire una dieta DETOX un paio di settimane prima del Natale per pulire l’organismo;

ridurre l’apporto calorico dei pasti prima e immediatamente dopo le inevitabili abbuffate delle date importanti. Soprattutto dopo, perché lo stomaco si è dilatato e si fa fatica a ridurre le quantità risultando insaziabili. Allora, con qualche sana rinuncia, con modesti pasti composti da verdure, zuppe di legumi, pesce, frutta e tanta acqua, ci si riempie di fibre e ci si sazia.

Il consiglio è di ripristinare il peso per recuperare la composizione corporea iniziale. Ciò significa un calo ponderale tra i 2 e i 3 Kg. massimo nell’arco di un mese.

Ciò che comunemente accade è che si sottovaluta il numero delle calorie contenute nelle prelibatezze natalizie, nelle salse, nei dolci, negli intingoli e si sovrastima il consumo di calorie giornaliero anche quando non ci si dedica all’ ATTIVITÀ FISICA!movimento_8_24_2016

Ecco allora come accade che si metta su peso per una non corretta valutazione o semplicemente per una mancata informazione.

Quanto ESERCIZIO FISICO fare per bruciare ciò che si mangia dipende dalla  struttura fisica ovvero dal peso e dall’altezza, dell’essere donna o uomo, dal volere perdere peso corporeo, dall’avere una qualità di vita migliore e da molti altri fattori.

Farsi guidare da un bravo Coach, un Personal Trainer per un programma movimento_2_24_2016personalizzato ed esclusivo allo scopo di raggiungere l’obiettivo desiderato, è quanto di meglio ci si possa regalare a Natale.

Lavorare sul proprio fisico significa anche dare alle Festività un significato meno consumistico e più rivolto al bene verso di sé, alla SALUTE, allo STARE BENE.

Se Natale è una ri-nascita

Buone Feste a tutti!

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Da Domani Mi Muovo – 1 – La Storia
“Questo libro aiuta davvero a pensare di dare un senso a ciò che si fa: non è la capacità tecnica decisiva o l’abilità, ma ciò che si chiede a se stessi.
Atleta o persona semplice che sia, oggi più che mai ciascuno deve sentirlo forte e perseguirlo con determinazione. Il movimento è una necessità.” – dalla prefazione di Deborah Compagnoni.
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Da Domani Mi Muovo – 2 – L’Inizio
“Questo è un libro che riguarda tutti noi, sportivi e non. Fare movimento, fare esercizio fisico aiutano nella vita fino da quando, giovani, pratichiamo lo sport. Scegliere di continuare ci aiuta a sentirci giovani e a mantenerci in salute. Il corpo che abbiamo ci deve accompagnare per un lungo cammino ed il nostro compito è di mantenerlo sempre nelle migliori condizioni possibili.” – dalla prefazione di Alberto Tomba
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COS’E’ IL BENESSERE ?

Il concetto di benessere è trasversale ad ogni ambito in cui lo si voglia analizzare. C’è un benessere materiale, economico, un benessere relazionale, psicologico, un benessere fisico, un benessere organizzativo nel lavoro, un benessere sociale, un benessere culturale, un benessere alimentare, un benessere spirituale, un benessere ambientale.

benessere_2_23_2016Il benessere, da ben-essere che significa stare bene, esistere bene, è il termine che specifica gli aspetti, le caratteristiche, la qualità della vita di ciascun individuo e dell’ambiente.

Nel rapporto della Commissione Salute dell’Osservatorio Europeo su sistemi e politiche per la salute è stata proposta la definizione di benessere come “lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società”.

Al benessere, stare bene, si associa frequentemente l’immagine di disponibilità economica e di possibilità di soddisfare necessità e desideri in gran parte materiali. Poter vivere dignitosamente, lavorare, soddisfare i propri bisogni primari, possedere una casa, provvedere alle difficoltà contando sulle proprie forze e sulla propria forma fisica, si relaziona ad un benessere economico, materiale di cui le più alte carte costituzionali e la politica fanno riferimento promuovendone i diritti.

Dal 1930 al 2015, in 85 anni, misurato con il prodotto interno lordo pro capite, il benessere economico materiale è aumentato di 4,5 volte nel Regno Unito, di 5 volte negli Stati Uniti e in Francia, di 6 volte in Italia e Germania.

E’ vero che le condizioni di vita delle persone dipendono dalla disponibilità materiale di beni e servizi e che il reddito è uno strumento per vivere bene, ma ciò non tiene conto di tutte le sfumature della qualità della vita.benessere_4_23_2016

La percezione del benessere ha una valenza soggettiva e personale, oggettiva e sociale in relazione ai tempi, luoghi, circostanze, alle persone.

Il benessere soggettivo viene influito da una condizione di benessere oggettivo. Se si ha denaro ma si vive in un ambiente altamente inquinato o la salute fisica è compromessa, la qualità di vita risulta pessima e non c’è benessere.

Così, il benessere economico (denaro) non è una condizione esclusiva, bensì necessaria e indispensabile, ma non unica.

Il benessere non risiede soltanto nelle comodità in cui e con cui si vive e si lavora, ma nella soddisfazione che si ottiene agendo.

Il benessere è anche psicologico, relazionale. Attinge alle emozioni dell’individuo, alle sue ansie e alle sue speranze, alle sue paure e a tutto ciò che è profondo. Si tratta di benessere percepito quando esiste un rapporto umano autentico, quando si è accolti e riconosciuti, quando si è chiamati per nome e si è persone, non solo “clientela” o “utenza”, con la propria unicità e le proprie potenzialità.

benessere_6_23_2016Così, soprattutto per un adolescente, il benessere è principalmente l’essere accettato dagli altri, dal gruppo, avere un corpo, un aspetto gradevoli, muovere simpatia, possedere abilità che lo rendono interessante. L’inclusione nel gruppo di riferimento è per il giovane la forma più alta di benessere.

 Benessere è poi tutto ciò che concerne la sicurezza, la tranquillità, l’assenza di difficoltà. Chi non desidera, in fondo, una vita senza problemi, senza rischi e imprevisti? Ma, a volte, il benessere è proprio lì, il risultato di ciò che le difficoltà ci insegnano per crescere interiormente. Perché sono proprio le crisi a illustrarci come “stare bene”, come costruire nuovi percorsi di vita, come attingere alle proprie risorse personali, come sviluppare capacità di attivarsi, come scoprire potenzialità emotive e gestionali per superare gli ostacoli. Resilienza significa imparare qualcosa di più su di sé, sulle proprie capacità per affrontare ogni genere di problema e costruire nuovi equilibri.

Il benessere fisico è una condizione dinamica di ricerca dell’equilibrio, fondata sulla capacità dell’individuo di interagire con se stesso e con l’ambiente in modo positivo, pur modificandosi la realtà circostante.benessere_16_23_2016

Parlare di benessere fisico significa assumersi la responsabilità e l’attenzione del curare se stesso, dello star bene nel migliore dei modi possibili.

Significa assumersi la responsabilità di fare attività fisica con costanza, di pensare alla propria alimentazione passando dal mangiare indiscriminatamente al nutrirsi per avere energia vitale, di bere acqua per soddisfare il bisogno di idratazione di un corpo costituito per il 70% circa d’acqua e per depurarsi dalle scorie, di respirare ossigeno secondo modalità che non sono soltanto quelle vitali, automatiche badando alla qualità dell’ aria e all’ambiente verde.

Wellness wooden sign on a beautiful dayIn una parola, wellness cioè benessere derivante dalla pratica del movimento e dell’esercizio fisico da una corretta dieta alimentare da un atteggiamento positivo e proattivo, dalla ricerca di un proprio equilibrio psicofisico.

La persona può acquisire il controllo diretto e la gestione della propria condizione di benessere (abitudini individuali, atteggiamento mentale).

La mente è direttamente connessa con il corpo e può trasformarsi in uno strumento e in una risorsa per accrescere il benessere.

Il termine benessere indica in questo contesto una filosofia che vede l’individuo singolo responsabile, attivamente coinvolto nel processo volto a migliorare e aumentare la propria salute.

Ecco che benessere vuol dire pure empowerment, ovvero capacità di assumere il controllo della propria vita, di padroneggiarla, di acquisire un ruolo attivo verso la propria esistenza e l’ambiente ponendosi davanti alle difficoltà con un atteggiamento positivo e costruttivo.

the concept of education of children.the generation of knowledge

Che il benessere vada inteso come una condizione multidimensionale è un dato di fatto. E che il benessere possa essere misurato nelle sue 12 dimensioni:

  • salute
  • istruzione e formazione
  • lavoro e conciliazione tempi di vita
  • benessere economico
  • relazioni sociali
  • politica e istituzioni
  • sicurezza
  • benessere soggettivo
  • paesaggio e patrimonio culturale
  • ambiente
  • ricerca e innovazione
  • qualità dei servizi

è un’indagine statistica che tiene conto di tutti gli indicatori relativi al benessere e non soltanto il PIL.

benessere_12_23_2016C’è un benessere che si acquisisce attraverso i processi educativi e culturali che servono a dare pienezza alla vita, a formare personalità libere e pensanti; quel benessere, vero, lo si trova nel perseguire la verità nella formazione continua, nelle relazioni umane sincere e oneste.

Benessere è anche la capacità dell’individuo di realizzarsi con soddisfazione e gratificazione, con consapevolezza e autonomia avendo a disposizione tutte le risorse accessibili, personali e della collettività.

In futuro l’esistenza umana dipenderà molto dalla ricerca della propria condizione di benessere, dall’attenzione rivolta a se stessi, dal senso soggettivo del benessere e della qualità della vita. Raggiunto il proprio benessere saremo in grado di far fronte alle mutate condizioni di vita di una realtà tecnologica e al suo continuo cambiamento.

benessere_11_23_2016

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Da Domani Mi Muovo – 2 – L’Inizio
“Questo è un libro che riguarda tutti noi, sportivi e non. Fare movimento, fare esercizio fisico aiutano nella vita fino da quando, giovani, pratichiamo lo sport. Scegliere di continuare ci aiuta a sentirci giovani e a mantenerci in salute. Il corpo che abbiamo ci deve accompagnare per un lungo cammino ed il nostro compito è di mantenerlo sempre nelle migliori condizioni possibili.” – dalla prefazione di Alberto Tomba
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ANTIAGING: COME RINGIOVANIRE

Il nostro destino biologico e il nostro modo di invecchiare dipendono solo per un 30% da fattori genetici. Tutto il resto dipende invece da quanto ci muoviamo, come ci alimentiamo, in quale ambiente viviamo, come ci comportiamo, a quali stress ci sottoponiamo, che stile di vita inseguiamo.antiage_12_22_2016

Vivere a lungo 120-130 anni e forse anche 150 non entusiasma molti di noi che vediamo soltanto gli aspetti negativi dell’invecchiamento, mentre l’idea di vivere un’eterna giovinezza piace a tutti.

Biologicamente iniziamo a invecchiare intorno ai 25 anni.

Raggiunta da tempo la capacità riproduttiva e la maturità fisica, le nostre cellule non crescono e non si sviluppano, ma si ricambiano e si modificano assecondando quel lento processo di deterioramento che molto dipende dal prendersi cura o meno di sé.

Aggiungere anni alla vita ci predispone a viverla in un altro modo e spesso con rassegnazione. Per quanto la medicina convenzionale abbia contribuito all’allungamento della vita media, sulla qualità non ha fatto molto se non rivolgere l’interesse alla farmacologia per togliere i sintomi. Ma dare anni alla vita non è la stessa cosa che dare vita agli anni.

E’ una questione oggettiva notare che, all’interno di un gruppo sociale, ci sia sempre qualcuno che resta giovane e qualcuno che sembra invecchiato con largo anticipo. Il declino psicofisico visibile non ha sempre a che vedere con l’invecchiamento biologico. Il decadimento psicofisico, è un fatto personale, una responsabilità individuale, mentre l’invecchiamento, l’aging è un processo biologico inevitabile, ma modificabile.

Silhouette of male person against a colorful horizon.

Come ho narrato nel mio libro “ DA DOMANI MI MUOVO” il corpo non si allinea sempre cronologicamente con la vita e spesso gioca d’anticipo.

Negli anni 1980-90 nasce la Medicina Antiaging, termine coniato dal medico americano Ronald Klatz, allo scopo di studiare quel complesso processo di modificazioni degenerative delle capacità vitali dell’organismo. Tale studio ha permesso di elaborare una forma di medicina preventiva volta a promuovere l’efficienza e la salute degli individui, a ritardare i processi di invecchiamento in un quadro di allungamento temporale dell’esistenza.

A questa recente branca della medicina basata sulla prevenzione si contrappone la Geriatria (dal greco geros = vecchio, iatros = medico) che da sempre studia e cura l’anziano e le problematiche fisiche e fisiologiche legate all’età avanzata. La grande differenza, però, tra i due campi medici, Antiaging e Geriatria, non sta soltanto nel fattore prevenzione della prima e cura e trattamento della seconda, ma nell’interesse da parte di un numero elevatissimo di individui che non sono soltanto gli anziani.

Perché la Medicina Antiaging si rivolge a tutti coloro che, terminato il processo di crescita e maturazione fisica, quindi tutti soggetti giovani dopo i vent’anni, vogliono preservarsi dai danni che naturalmente subiscono a livello fisico, metabolico e psichico nel corso della propria vita e che portano a un decadimento più o meno precoce a cui si lega poi, inevitabilmente, l’invecchiamento fisiologico.

Poiché la SALUTE è legata a molte aree dell’individuo, anche la Medicina Antiaging interviene in molti ambiti che sono principalmente:

  • il MOVIMENTO e l’ATTIVITA’ FISICA,
  • l’ALIMENTAZIONE e l’INTEGRAZIONE,
  • l’EQUILIBRIO METABOLICO,
  • il BILANCIAMENTO ORMONALE,
  • le CURE FARMACOLOGICHE e NATURALI,
  • l’ ATTEGGIAMENTO MENTALE,
  • la GESTIONE dello STRESS,
  • l’EQUILIBRIO PSICO-FISICO.

La grande popolarità della Medicina Antiaging è dovuta al suo più intrinseco significato di “educazione”. Aver analizzato e compreso l’origine evoluzionistica dell’invecchiamento ovvero quel processo attraverso il quale la salute dell’individuo diventa via via precaria fino ad una compromissione, consente alla Medicina Antiaging, detta anche Medicina Evoluzionista, di fornire quelle strategie per il trattamento e la prevenzione delle patolantiage_2_22_2016ogie degenerative.

La Medicina Antiaging educa alla prevenzione affinché il naturale processo di invecchiamento che è un processo continuo e dinamico, non venga accelerato dai fattori biologici, ambientali, sociali, culturali e legati allo stile di vita. Perché la velocità dell’invecchiamento è legata ai seguenti fattori e varia da soggetto a soggetto: fattore genetico (il patrimonio che determina la programmazione di vita nelle nostre cellule), fattore esterno (alimentazione, lavoro, ambiente, clima, inquinamento, ecc.), fattore psicologico (stress, depressione, solitudine, preoccupazioni, ecc.).

La Medicina Antiaging aiuta l’individuo nella gestione della propria salute intervenendo con :

  • programmazione dell’attività fisica per un miglioramento dell’efficienza motoria e fisica grazie a un percorso personalizzato (allenamento della forza muscolare, della flessibilità, della resistenza)
  • correzione nutrizionale con integrazione per una alimentazione bilanciata
  • detossificazione dell’organismo e ossigenazioneantiage_3_22_2016
  • ottimizzazione del peso corporeo e della sua composizione
  • riequilibrio del metabolismo
  • bilanciamento ormonale
  • ripristino dell’efficienza del sistema immunitario dopo attenta analisi
  • cambiamento graduale dello stile di vita
  • prevenzione delle patologie cronico-degenerative
  • contributo estetico armonioso per un miglioramento dell’aspetto esteriore.

L’obiettivo futuro della Medicina Antiaging è sempre più rivolto alla ricerca di soluzioni e metodi che possano conciliare la durata della vita con la sua qualità. In altre parole, una longevità senza quelle patologie associate all’invecchiamento.

Sentirsi giovani ed essere giovani è spesso una questione mentale oltre che di stile di vita.
Ogni età della nostra vita h
a una sua caratteristica sistemazione anatomico-funzionale delle strutture del cervello, dell’elaborazione delle informazioni e della rappresentazione della realantiage_4_22_2016tà.

Ciò significa che, modificandosi la configurazione delle strutture cerebrali nell’arco della vita grazie alle esperienze vissute, si modifica pure il comportamento dell’uomo. L’esperienza modella il cervello e l’intero sistema nervoso conferendo la caratteristica di plasticità: sottoposto a continue variazioni e rimodellamenti, il cervello evolve. Se il cervello rimane stimolato costantemente è in grado di creare nuove connessioni e di mantenere efficienti le reti di neuroni.

Nell’ambito delle diverse età di un individuo e delle diverse caratteristiche, si riferiscono:

  • un’età cronologica o anagrafica, contraddistinta dalla data di nascita,
  • un’età biologica determinata dal funzionamento di organi e apparati interni e dal metabolismo,
  • un’età morfologica, dall’aspetto strutturale ed esteriore,
  • un’età psicologica, l’età sentita addosso.

L’età cronologica o anagrafica non corrisponde sempre all’età biologica di un individuo. L’età biologica è personale e segnala se il processo di invecchiamento è in linea con l’età anagrafica.

(Sembra, da molti studi scientifici, che l’età biologica è legata alla quantità di sostanze ossidative che aggrediscono l’organismo conosciuta come stress ossidativo).

antiage_6_22_2016Da qui segni visibili come l’invecchiamento cutaneo, l’aumento del grasso corporeo, la perdita anche del 35 % della massa muscolare, la diminuzione del calcio nelle ossa, dell’acqua nei tessuti, la rigidità di legamenti, tendini, vasi sanguigni, la riduzione della produzione ormonale e delle attività digestive, cardiorespiratorie, di eliminazione.

Il processo di invecchiamento comporta una de-sincronizzazione fisica e fisiologica, una diminuzione della ciclicità ormonale: come dire che l’organismo perde il controllo delle proprie funzioni e su organi e apparati.

E’ importante stabilire la propria età biologica attraverso un check-up per elaborare un protocollo di intervento antiaging personalizzato. Attraverso una serie di test è possibile conoscere il funzionamento del nostro metabolismo, i livelli di radicali liberi presenti nell’organismo, la quantità di minerali come il calcio, il magnesio e il potassio, la capacità cardio respiratoria, la forza o debolezza muscolare, lo stato della pelle, la quantità d’acqua corporea (bioimpedienziometria), la presenza di grasso nei tessuti, il rapporto tra massa magra e massa grassa, ecc.

Dopo i test la Medicina Antiage consiglia, per rallentare l’invecchiamento una restrizione calorica, una dieta povera di carboidrati raffinati, ricca di alimenti antiossidanti che favorisca l’eliminazione dei radicali liberi e che limiti l’innalzamento della glicemia. Ma, prima ancora di una corretta alimentazione, la Medicina Antiage pone l’attività fisica idonea a ciascuno.

Come i nostri antenati si muovevano per procurarsi il cibo e va sottolineato che prima si muovevano, poi mangiavano! così noi dobbiamo anteporre al nutrirsi in maniera regolare e adeguata, l’esercizio fisico costante come buona abitudine.antiage_11_22_2016

La gestione del nostro organismo deve portare ad uno stile di vita migliore grazie alla guida di operatori della salute. Con un approccio integrato, tutti gli ambiti medici e non, che promuovono salute e benessere, devono educare l’individuo a saper invecchiare con arte.

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RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA: LA SFIDA

Secondo l’Unione Europea la CSR, Corporate Social Responsability ovvero la Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI), è “La responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società”. Per l’articolo 41 della Costituzione Italiana “L’ iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata ai fini sociali”.

Per spiegarlo più chiaramente, la Responsabilità Sociale d’Impresa è l’impegno di ciascuna azienda a comportarsi in maniera corretta e etica, oltre al rispetto della legge, integrando le scelte di gestione e le operazioni commerciali con considerazioni e azioni di carattere sociale, ambientale e ecologico.

Oltre a prelevare per creare prodotti o servizi, un’azienda deve apportare valore sociale e ambientale.

L’azienda ha una responsabilità che implica l’impossibilità di separare il business dall’etica.

sfide_rsi_3_21_2016In fondo le aziende, piccole o grandi che siano, non esistono fine a se stesse: vivono, agiscono e influenzano l’ambiente, il territorio circostante, il tessuto sociale e da essi sono influenzate.

Le aziende non appartengono soltanto ai loro proprietari e alle figure manageriali che le gestiscono, ma rappresentano un bene sociale che interagisce con la società e l’ambiente.

E così pure i prodotti e servizi realizzati da ogni singola azienda devono essere valutati e apprezzati, in quest’ottica di pensiero, non soltanto per le loro caratteristiche qualitative funzionali o esteriori, ma pure per quelle non materiali. Considerare che un prodotto e un servizio di ogni azienda sono il risultato anche di una particolare attenzione alla salute e alla sicurezza sul lavoro, al rispetto dei diritti umani evitando le discriminazioni, alle buone relazioni con i fornitori, i clienti, le comunità locali, alle preoccupazioni ambientali e alle sue azioni in difesa, è un modo più attuale e funzionale di concepire l’azienda.

Ciò comporta pertanto un ripensamento del modello organizzativo delle aziende soprattutto per il futuro. Le dimensioni sociali, umanitarie e ambientali diventano così centrali tanto quanto il profitto.

Compito dell’imprenditore non è solo quello di creare ricchezza e occupazione, da molti ritenuto l’unico vero dovere, ma di considerare l’azienda parte di un ambiente con il quale interagisce.

sfide_rsi_7_21_2016

 La Responsabilità Sociale d’Impresa non è soltanto una modalità di fare impresa in maniera socialmente responsabile, ma di pensare il rapporto tra sistemi e ambiente eticamente dove le persone stanno al centro di un progetto concreto. L’azienda diventa così un sistema sociale aperto.

Applicare concretamente la RSI nella mia azienda è stato determinato da sempre da motivazioni molto forti.

Mi ha spinto innanzi tutto l’essere un imprenditore, colui che è creativo, propenso al rischio, capace di creare e coordinare il lavoro delle persone, di produrre benessere economico, ma pure valore aggiunto. E secondariamente mi ha spinto il concetto di sostenibilità che considera che le performance aziendali debbano essere valutate sia in termini economici che sociali e ambientali.

La sostenibilità è un approccio finalizzato a creare valore nel lungo periodo.

Due ragioni valide per costruire valore. Una grande opportunità per l’azienda, non certo un vincolo.

starbene-logo-03

Applicare la RSI nella mia piccola azienda, Starbene Group, significa, a oggi, per le risorse umane rispondere agli indicatori di sicurezza dei dipendenti, formazione continua anche sui temi della sicurezza e del primo soccorso, rispetto del piano contrattuale, contributi e agevolazioni, infortuni e malattie; per la comunità, comunicazione e coinvolgimento della cittadinanza (iniziative sociali come il gruppo di cammino “5000 passi”, eventi culturali e sportivi, “porte aperte”, ecc.), ricerca e innovazione, solidarietà sociale (donazioni locali e internazionali, sponsorizzazioni e aiuti umanitari), partnership con associazioni no profit; per l’ambiente, diminuzione delle emissioni inquinanti (uso di detersivi ecologici, riciclo della carta per pulizie, raccolta differenziata dei rifiuti e dei tappi di plastica), riduzione dei consumi delle risorse e dei costi ambientali (luci led per l’energia elettrica, temporizzatore per le docce per l’acqua, termostati per la temperatura dell’aria), conservazione del patrimonio naturale preesistente (alberi secolari nel giardino, uso dell’area verde per le attività motorie e gli eventi, controllo della produzione di anidride carbonica).

sfide_rsi_6_21_2016

E’ vero che per seguire gli obiettivi della RSI dipende dal settore in cui l’azienda svolge la sua attività, dalle dimensioni dell’impresa, dai contesti locale e socio – ambientale in cui opera, dalla disponibilità economica, dal tempo a disposizione, dalle persone competenti in materia.

L’Italia che conta un numero elevato di piccole e medie imprese, sembra essere in ritardo rispetto ad altri Paesi del Nord Europa e degli Usa, ad esempio, non tanto sul lato legislativo o delle politiche pubbliche quanto sull’impegno delle aziende private.

 Saranno dunque le piccole dimensioni delle imprese a giustificare il ritardo italiano oppure una mancata agevolazione fiscale e burocratica da parte dello stato o, ancora, la scarsa sensibilità dei titolari d’impresa verso un’etica commerciale, sociale e ambientale?

sfide_rsi_5_21_2016Di fatto oggi si riscontra un’attitudine positiva e propositiva delle aziende nei confronti della RSI.

Molti temono che dietro la RSI si nasconda un interesse di “marketing”, una volontà delle aziende di apparire “belle” nelle loro caratteristiche ecologiche, etiche e sociali per ottenere vantaggi sul mercato.

Lo stesso Governo Italiano considera la RSI un fattore di competitività piuttosto che un costo. Ciò lascia intendere che domani le aziende impegnate in iniziative riguardanti la tutela dell’ambiente, nell’area di influenza, il miglioramento o la salvaguardia della qualità di vita lavorativa ed extra lavorativa dei propri dipendenti e loro familiari competeranno eticamente ed efficacemente sul mercato.

Dimostrare che ci sarà davvero una volontà di contribuire al bene della comunità da parte delle aziende investendo nell’ambiente, nelle relazioni, nel capitale umano non è semplice ed è estremamente personale. Ma si voglia o non si voglia, dal 1° gennaio 2017 le imprese con più di 500 dipendenti, secondo la Direttiva europea, saranno chiamate a comunicare informazioni riguardanti la sostenibilità ambientale, sociale, la gestione delle forniture, dei rischi, ecc.

sfide_rsi_1_21_2016

Se a queste azioni seguiranno anche quelle delle piccole e medie imprese, assisteremo al moltiplicarsi di buoni comportamenti sociali ed ambientali verso un Umanesimo civile.  

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MOVIMENTO E ENERGIA PULITA

La risorsa energetica al più basso impatto ambientale è quella prodotta dalla nostra muscolatura. Non ancora adeguatamente sfruttata, quest’energia si disperde.

Una persona è in grado di produrre mediamente fino a 50 watt di elettricità all’ora mentre svolge la sua attività fisica a ritmo moderato e fino a 200-600 watt all’ora se il ritmo è intenso come nello spinning, ad esempio. Così, con un’ora di attività al giorno saremmo in grado di generare approssimativamente 3 ore di illuminazione pubblica o privata.

L’idea di sfruttare il MOVIMENTO come soluzione per far uso di quella energia che altrimenti andrebbe perduta, precorre il futuro.

Esperienze in America come a Seattle riportano dati interessanti sulla trasformazione dello sforzo fisico in energia per alimentare televisori, impianti musicali e far ascoltare musica semplicemente pedalando.

Nel Regno Unito, con la creazione di palestre all’aperto dotate di una serie di macchine particolari, si inizia a convertire e trasformare l’energia meccanica prodotta dagli utenti in energia pulita. Un display su ciascuna attrezzatura segnala quanta energia espressa in watt si è generata. Quest’ultima può essere convogliata e immessa da un gestore locale nella rete distributiva in accordo con gli enti comunali. Il risultato interessante in futuro è quello di alimentare direttamente l’illuminazione pubblica, le abitazioni di qualche quartiere o semplicemente i lettori MP3, i tablet, i cellulari e qualunque altro dispositivo elettronico…

Sistemi attualmMovimento_energia10_20_2016ente sperimentati tra Stati Uniti e Regno Unito tentano soluzioni di riutilizzo.

Palestre green e centri fitness all’avanguardia si stanno attrezzando per trovare il modo di sfruttare tutta l’energia prodotta dall’attività fisica su macchine da palestra per alimentare e coprire il fabbisogno del centro fitness stesso o incanalarla e immetterla nella rete locale.

Con la creazione di strutture ecosostenibili rivolte a migliorare la salute pubblica attraverso il MOVIMENTO, si è certi che potrebbe accrescere la consapevolezza sul consumo energetico responsabile.

Circa il 75% dell’energia prodotta attraverso il MOVIMENTO su attrezzature da palestra può far risparmiare sulla bolletta elettrica o fornire energia verde gratuita.

L’obiettivo di bruciare calorie per non bruciare combustibili fossili può diventare un fattore stimolante e motivante per migliorare la forma fisica, rispettare la salute e l’ambiente.

Mantenersi in forma rispettando l’ambiente potrebbe essere lo slogan futuro.

Per attivare un sistema così innovativo, domani basterà iniziare a MUOVERSI diventando così, grazie a un monitoraggio preciso e visualizzato su un display in tempo reale, non solo fruitori di una palestra, ma anche i maggiori produttori di energia anziché consumatori.

Se nel mondo anglosassone e americano si progetta e si realizza, se in Cina si sperimenta e si lancia il rivoluzionario concetto dell’energia bruciata durante l’ATTIVITA’ FISICA (calorie e grasso!) per poi essere deviata e convertita in elettricità, in Italia c’è chi da tempo studia e realizza secondo la più recente tecnologia in termini di design, di biomeccanica e di sostenibilità con l’ambiente.

Movimento_energia5_20_2016La linea Artis di Technogym che raggruppa una trentina di macchinari, si ispira al principio dello sviluppo sostenibile: grazie alla loro tecnologia queste attrezzature per il fitness sfruttano al massimo l’attività fisica dei clienti di palestra trasformando i loro sforzi in energia nuova destinata ad alimentare la rete elettrica della palestra. La palestra diventa così eco-friendly riducendo le emissioni nocive come l’anidride carbonica e producendo l’energia che utilizza a tutela dell’ambiente e dell’utenza.

La palestra del futuro potrebbe diventare una piccola centrale elettrica con l’obiettivo dell’autosufficienza energetica. Energeticamente autosufficiente, la palestra futura risponderà ai bisogni della società: risparmio energetico, rispetto ambientale e benessere fisico.

 Le tecnologie innovative tra le quali i dispositivi per il recupero energetico rappresentano un primo approccio verso un’efficace gestione dell’ambiente.

Sarà in futuro il MOVIMENTO una fonte di energia alternativa?

Sarà l’ATTIVITA’ FISICA una modalità per ottenere energia elettrica o meccanica diversamente da ciò che si ottiene dai combustibili naturali o nucleari?

L’interesse attorno a queste attrezzature e alla sperimentazione lascia intendere un nuovo modo di fare MOVIMENTO: nel rispetto della salute e dell’ambiente in cui viviamo.

Anche il MOVIMENTO in acqua può produrre energia pulita. Sfruttando le onde provocate da coloro che nuotano in piscina, è possibile, grazie a un convertitore, produrre elettricità. Secondo gli studi fatti, 10 persone che nuotano possono generare energia per 10 kilowatt/ora e con ciò illuminare la piscina.

In Francia si sta sperimentando un dispositivo per ricavare energia dal MOVIMENTO dei pedoni. Dotando i marciapiedi di elementi sensibili alle sollecitazioni del peso dei passanti, si genera elettricità che viene poi accumulata in una batteria e utilizzata per l’illuminazione pubblica, ad esempio.Movimento_energia8_20_2016

Sono stati progettati dispositivi da inserire nelle scarpe di chi pratica il MOVIMENTO: questa tecnologia consentirebbe di produrre energia elettrica avvalendosi di elementi per il recupero dell’energia, integrati nella suola delle scarpe. Si avrebbe dunque energia elettrica a costo zero, immagazzinata in un secondo momento in micro batterie sistemate nella suola delle scarpe per effetto della deformazione durante i movimenti di chi indossa quelle scarpe specifiche.

Non solo le calzature, ma pure i tessuti. L’interesse per la wearable technology parte dalla costatazione che tutte le persone in MOVIMENTO, soprattutto quelle che si allenano, producono energia cinetica.

Dalla ricerca italiana si basano gli studi sui tessuti in grado di produrre energia dai MOVIMENTI e dalle vibrazioni. Si parla di tessuti composti da fibre di polimeri piezoelettrici nati dalla nanofilatura, una particolare lavorazione delle fibre.

E che dire della lavatrice a pedali, un originale elettrodomestico che consente di mantenerci in forma e di lavare gli indumenti nello stesso momento! Dallo studio e dal progetto di un giovane cinese nasce un nuovo modello di lavatrice sostenibile che combina l risparmio energetico a tutela dell’ambiente con l’ESERCIZIO FISICO.

La ruota della speciale bike è il cestello riempito di panni sporchi che per 20 minuti circa girerà grazie al nostro allenamento e Movimento_energia1_20_2016all’energia del nostro corpo.

 Così come fa una lavatrice tradizionale grazie all’energia elettrica, così questo prototipo immagazzina energia in una batteria sistemata nella ruota posteriore grazie agli allenamenti fino a generare l’energia sufficiente per fare un lavaggio.

La crescente attenzione verso il tema dell’ambiente chiede di educare i cittadini al rispetto degli equilibri naturali.

C’è un’energia pulita, in assoluto la più pulita che è quella che non sprechiamo e che non utilizziamo. Scegliendo di spostarsi a piedi o in bici lasciando l’automobile parcheggiata, decidendo di non alzare il termostato del riscaldamento indossando piuttosto un altro maglione d’inverno, decidiamo consapevolmente di risparmiare quell’energia perché superflua e impariamo a non sprecare.

 Per concludere possiamo sostenere che c’è davvero una nuova frontiera nel campo delle energie rinnovabili e ecosostenibili: oltre ai settori dell’eolico, del fotovoltaico, delle biomasse o della geotermia, c’è il corpo umano con i suoi MOVIMENTI.

Battery

L’obiettivo futuro sarà quello di insegnare alle persone che l’ESERCIZIO FISICO costante unito a uno stile di vita sano possono aiutare se stessi, l’ambiente e contenere i costi.

*Articolo coperto da Copyright.

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Atleta o persona semplice che sia, oggi più che mai ciascuno deve sentirlo forte e perseguirlo con determinazione. Il movimento è una necessità.” – dalla prefazione di Deborah Compagnoni.
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“Questo è un libro che riguarda tutti noi, sportivi e non. Fare movimento, fare esercizio fisico aiutano nella vita fino da quando, giovani, pratichiamo lo sport. Scegliere di continuare ci aiuta a sentirci giovani e a mantenerci in salute. Il corpo che abbiamo ci deve accompagnare per un lungo cammino ed il nostro compito è di mantenerlo sempre nelle migliori condizioni possibili.” – dalla prefazione di Alberto Tomba
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