L’ESERCIZIO FISICO SOSTENIBILE

L’esercizio fisico sostenibile ha le caratteristiche di un movimento naturale che migliora la forza, la resistenza, la flessibilità, la velocità, la potenza, l’equilibrio e tutte le peculiarità di un corpo fatto per essere attivo, nel rispetto delle sue condizioni fisiche e di età.

EF sostenibile_3_10_2017E’ sano, fisiologico e soprattutto adatto alla specie umana. In questo modo risulta non dannoso ad alcun distretto del corpo umano.

La vita attuale e molto distante dagli standard previsti per gli esseri umani dalla natura. La moderna tecnologia e gli sviluppi scientifici hanno allontanato l’uomo dal rispetto delle regole della natura per forza maggiore e per pigrizia. Gli agi e le comodità hanno distolto  l’uomo da  ciò che potenzialmente e naturalmente potrebbe essere e lo hanno condizionato a seguire uno stile di vita autolesionista.

Egli vive in un ambiente che lo porta a diventare progressivamente ipocinetico e ad ammalarsi più frequentemente.EF sostenibile_5_10_2017

Si è visto ad esempio quanto sia compromesso il sistema propriocettivo (e ancora di più nelle nuove generazioni!) che garantisce l’equilibrio rispetto la forza di gravità.  Come se la propriocezione, ovvero il senso del movimento e della posizione legato alle caratteristiche e qualità strutturali di articolazioni, muscoli e legamenti, non garantisse più il mantenimento della stabilità. L’esercizio fisico è inoltre sottovalutato e sotto – utilizzato  rispetto le scelte e soluzioni farmacologiche o chirurgiche. Per mancanza di EF sostenibile_4_10_2017conoscenza e consapevolezza sulla sua reale efficacia, anche la medicina trascura il dato di fatto che fare movimento con regolarità rappresenta una attitudine in grado di modificare e migliorare le condizioni di salute della persona.

In futuro tutti i paesi avranno il dovere di promuovere politiche in aiuto alle popolazioni per fare scelte sostenibili e sane in termini di promozione dell’attività fisica e di una corretta alimentazione. Solo in questo modo sarà possibile tenere sotto controllo disequilibri e patologie per far crescere le aspettative di vita e di guarigione riducendo i costi sanitari.

L’uomo sta vivendo in maniera non sostenibile non solo in ambito  economico, ambientale e sociale, ma anche fisico.

La sostenibilità del movimento è la prerogativa per garantire la salute dell’individuo ed è un concetto che riguarda il suo futuro.EF sostenibile_6_10_2017

L’esercizio fisico sostenibile è definito letteralmente come un gesto motorio che può essere sostenuto, mantenuto, continuato, dal corpo umano nel tempo e che pertanto è considerato sopportabile, tollerabile, fisiologico.

L’esercizio fisico sostenibile raggruppa una serie di singoli movimenti a corpo libero e attività che rendono attivo il corpo, che gli consentono di agire e sperimentare il mondo, di riacquistare valore e di migliorare la qualità dell’esistere.EF sostenibile_7_10_2017

Ad esempio le due modalità di locomozione bipede fisiologiche dell’individuo quali il cammino e la corsa; a ciò si aggiunge l’abilità di arrampicarsi. Quest’ultima è l’espressione di chi avendo una struttura fisica simile a quella dei primati, dopo milioni di anni di esistenza arboricola dei nostri predecessori, è in grado di spostarsi anche con gli arti superiori.

Inoltre l’attivazione di gruppi muscolari dell’arto superiore come pettorali, dorsali, bicipiti, flessori, attraverso precise sequenze.

E ancora quelli degli arti inferiori come il camminare di tanto in tanto scalzi o su superfici non solo piatte. L’insieme di questi esercizi rappresentano quella attività fisica sostenibile da fare tutti giorni.

Anche se l’uomo oggi è in grado di andare oltre il “naturale”  grazie a strumenti e sostanze che espandono e potenziano le sue capacità e abilità fornendo nuove risorse, decidere di fare attività fisica dipende molto dalle esperienze motorie fatte o no in precedenza e dalle risposte emotivo – affettive  piacevoli o sgradevoli avute in passato.

Ecco che l’esercizio fisico sostenibile deve essere tale sia da un punto di vista fisico che psichico. È sostenibile quando nasce dal piacere e non viene vissuto come un dovere o un’imposizione. È sostenibile quando diventa parte integrante dello stile di vita di tutti, compresi soggetti affetti dalle più EF sostenibile_8_10_2017diverse patologie. A essi, in particolar modo, si consiglia un programma di esercizio fisico sostenibile, applicabile, conveniente al fine da risultare clinicamente utile.

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FIBROMIALGIA, TRA MOVIMENTO E COACHING

C’è una condizione complessa e cronica di disordine fisico che si chiama fibromialgia.

Fibromialgia_2_9_2017Il sintomo più importante è il dolore a livello muscolare e articolare che, a partire solitamente da collo e spalle, si diffonde nel tempo a tutto il corpo.  Questo dolore è legato alla sensazione di tensione, di rigidità, di bruciore in un quadro di        ipersensibilità. Variabile a seconda delle condizioni atmosferiche e di quelle psicofisiche della persona ( stress, sonno, attività svolta, ecc.), tende ad essere presente nell’arco di tutta la giornata;  può essere evocato con facilità e caratterizza uno stato di malessere generale.

Chi ne soffre si affatica con facilità e vive una stanchezza che assomiglia molto a quella negli stadi influenzali o per perdita del sonno.

Non ci sono alterazioni evidenziabili con gli esami di laboratorio e radiografici, non c’è un’unica causa o un unico fattore scatenante a rilevare la fibromialgia,  per cui la medicina si basa molto sui sintomi segnalati da chi vive il disagio.Fibromialgia_8_9_2017

Spesso si associano anche i disturbi d’ansia e la depressione, ma la persona risulta all’apparenza sana.

È la donna a soffrire di più soprattutto quando, tra frustrazione e prostrazione, si sente dire che “ è  tutto nella sua testa !”

Di fatto il soggetto fibromialgico non è in grado di essere attivo. Normalmente dopo qualche sforzo sente diffondersi il dolore e la stanchezza ai muscoli e alle articolazioni tanto da decidere di non fare più alcuna attività fisica. Accade allora che meno movimento si faccia, meno tolleranza allo sforzo si abbia. Però il dolore si scatena ugualmente non solo praticando un’attività fisica, ma pure nella normale vita quotidiana così da causare una sorta di “ disabilità”.

Fibromialgia_11_9_2017La paura e l’ansia di sperimentare il dolore ogni volta che si faccia un esercizio fisico strutturano una certa resistenza e un’avversione al movimento.

Così la forma fisica inizia a calare. Persistendo la dolorabilità, si ripiega e confida sui farmaci e in una fisioterapia passiva fino a svilupparne una dipendenza. Antidolorifici, antinfiammatori, vasodilatatori, miorilassanti, antidepressivi secondo vari dosaggi aiutano a tenere a bada il dolore, a migliorare la qualità del sonno, a rilassare la muscolatura e a alzare l’umore, ma non limitano gli effetti collaterali.

Studi recenti in ambito reumatologico rivelano che la riacutizzazione dei sintomi dolorosi è causata da una alterazione nella regolazione delle funzioni fisiologiche da parte di alcune strutture del sistema nervoso autonomo.

L’attività fisica aerobica e l’esercizio fisico possono risultare efficaci nella modulazione dell’attività del sistema nervoso autonomo.

Possono contribuire all’aumento della serotonina che agisce nell’organismo come antidepressivo naturale, all’incremento delle endorfine per un migliore effetto analgesico  e della dopamina per una regolazione del sonno e dell’umore.

Solo l’esercizio fisico adattato alle condizioni della persona stimola la formazione di quei filamenti proteici quali l’actina e la miosina, componenti muscolari, che consentono ai muscoli di contrarsi e di non debilitarsi fino all’atrofia.Fibromialgia_3_9_2017

Ma qui nasce il problema. Coloro che soffrono di fibromialgia devono essere stimolati, incoraggiati e guidati a praticare una certa attività fisica regolarmente perché viene mal tollerata e ben presto abbandonata. Invece è in quel preciso istante che la pratica dell’esercizio fisico non va interrotta!

L’obiettivo dell’attività fisica nella fibromialgia è di far uscire pian piano la persona sofferente dal circolo vizioso in cui muoversi fa crescere stanchezza e dolore, ma non muoversi peggiora però il quadro clinico.

Solo un approccio regolare, graduale, di basso impatto alla lunga contribuisce a migliorare la capacità funzionale facendo regredire i sintomi. Il consiglio del medico, del fisioterapista, nel personal trainer è di mantenersi costantemente in movimento evitando il limite di affaticamento e dolorabilità dei muscoli.

Fibromialgia_10_9_2017Camminare, nuotare, andare in bicicletta sono consigliati insieme all’esecuzione di precisi esercizi fisici. La buona tecnica di esecuzione del gesto motorio insieme a cautela, moderazione, gradualità sono importanti. Il corretto dosaggio (durata, carico ed intensità) permette al programma di lavoro sulla forma fisica di essere efficace.

Qui alcuni riferimenti di base:

  • per il cammino, iniziare anche con soli 3 minuti, che andranno incrementati nel tempo;
  • fare qualche semplice esercizio di riscaldamento prima di cominciare e di defaticamento prima di finire;
  • prediligere più momenti di esercizio della durata di 5 – 10 minuti da distribuire durante la giornata; dopo circa un mese e mezzo, il tempo può aumentare fino a 30 minuti;
  • stimolare la consapevolezza a percepire le sensazioni corporee durante il movimento e durante il recupero;
  • stimolare la consapevolezza a percepire l’atto respiratorio che ossigena;
  • associare agli esercizi aerobici con quelli di forza con il giusto dosaggio;
  • dare valore alle pause tra gli esercizi;
  • seguire un programma di attività fisica rigorosamente personalizzato;
  • abituarsi a monitorare le sensazioni di dolore e di fatica subito dopo gli esercizi e il giorno successivo; questo sarà utile per consentire la scelta di variazione degli stimoli;
  • eseguire esercizi di stretching mantenendo le posizioni da 5 – 10 secondi fino al minuto evitando l’eccessivo stiramento della muscolatura che potrebbe causare una contrazione riflessa e provocare dolore;
  • la frequenza cardiaca va mantenuta tra il 40 % e l’80 % del personale massimo teorico;
  • prediligere le posizioni da distesi e seduti per rendere l’esercizio fisico a basso impatto.

Ad oggi non ci sono cure risolutive ai quadri fibromialgici se non la volontaria responsabilizzazione di ciascuno nel prendersi in carico la propria condizione e seguire le indicazioni proposte.

Fibromialgia_6_9_2017Un regime alimentare antinfiammatorio, cioè orientato al vegetariano e alcalino,  contribuisce all’eliminazione degli acidi nel tessuto connettivale, mio fasciale e nel sistema linfatico.

Alimenti e integratori (SAMe) possono aiutare chimicamente a modificare l’iperattività neurovegetativa e a pulire l’organismo.

Tante testimonianze confermano che la fibromialgia costringe a guardarsi dentro e non soltanto a trovare fuori le soluzioni.

Non è solo con i farmaci, le terapie passive, il riposo che la persona si prende cura di sé, ma con un impegno individuale nel ricorrere alle proprie risorse interne e potenziarle.

C’è bisogno di liberarsi dalle credenze limitanti e da tutte quelle trappole che incatenano alla malattia; c’è bisogno di consapevolezza, di autocontrollo per rimanere sempre focalizzati sull’obiettivo della guarigione; c’è bisogno di una capacità di adattamento lento e di una lunga attesa.Coaching_Malattia_8:2_2016

L’individuo è progettato per resistere allo stress e al dolore e per affrontare difficoltà, problemi e malattie.

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PERCHE’ MUOVERSI IN MODO “NATURALE” ?

E’ crescente oggi l’attenzione per il “naturale”, per tutto ciò che rappresenta un ritorno alle origini, alla Natura, alla semplicità.

Naturale_9bis_7_2017Dal cibo alle pratiche, dal design all’ambiente, dalle forme alle attività, anche l’esercizio fisico diventa naturale.

Se naturale significa normale, umano, connaturato, relativo alla natura, allora muoversi in maniera naturale vuol dire non rompere il legame che l’uomo ha con la Natura e con l’ambiente in cui vive.

Ma il movimento è già di per sé naturale perché e connaturato all’individuo  e al soddisfacimento dei suoi bisogni e delle sue funzioni nonché alla garanzia di salute.

Le necessità quali procurarsi cibo, acqua e riparo, fuggire, difendersi e lottare, cambiare posizione nello spazio, sopravvivere, evitare i pericoli delle condizioni ambientali e atmosferiche avverse, oggi soddisfatte senza alcun dispendio energetico, rimangono pur sempre attività fisiche naturali da compiere quotidianamente. Praticare queste attività come un tempo i nostri antenati della Savana o ancor oggi gli indigeni in qualche lontana parte del mondo, significa restare in salute.Naturale_2tris_7_2017

La vita è movimento e tutto ciò che è vivente si muove, cambia e si trasforma.

Già tra il 1875 e il 1957 Georges Hébert,  insegnante francese specializzato in educazione fisica, era giunto alla consapevolezza, attraverso i suoi viaggi, che le popolazioni indigene avevano caratteristiche fisiche di robustezza, flessibilità, agilità e resistenza, avevano fisici tonici e asciutti, erano in salute e in grado di destreggiarsi tra le diverse abilità fisiche e adattive grazie alla loro esistenza trascorsa in natura. Da qui lo studio di un metodo di allenamento fisico il cosiddetto Metodo Naturale, basato su esercizi presi da attività naturali quali camminare, correre, saltare, arrampicarsi, rimanere in equilibrio, lanciare, sollevare, nuotare, spostarsi su 4 appoggi, difendersi.

Naurale_4_7_2017

L’efficienza, la prestanza fisica e la salute dei nostri predecessori nella Savana e degli indigeni erano e sono la conseguenza naturale di un’armonizzazione con l’ambiente grazie ad un continuo esercizio fisico vitale e naturale.

L’uomo ha la struttura fisica dei primati, gli animali arboricoli, che, oltre alle abilità del cammino e della corsa come locomozione bipede, sono in grado di arrampicarsi.

Riattivare questi movimenti fisiologici e antichi dimenticati dall’attuale civiltà tecnologica, significa influenzare positivamente l’organismo sia da un punto di vista fisico che mentale.

Tali movimenti naturali consentono una distribuzione uniforme del lavoro muscolare di dorsali, pettorali, bicipiti, tricipiti, quadricipiti, ecc. così da sviluppare armoniosamente e naturalmente il fisico.  Come  gli indigeni e gli antenati della Savana, il corpo risulta essere più tonico, muscoloso, asciutto, ben proporzionato, scattante, agile e performante.

Gli esercizi a corpo libero con o senza carichi, considerati naturali, possono essere, ad esempio:

la trazione sulle braccia dalla sospensione alla sbarraNaturale_13_7_2017

i piegamenti sulle braccia da corpo prono proteso su 4 appoggi

i piegamenti sulle gambe

la posizione statica del corpo prono proteso su 4 appoggi

gli affondi avanti o dietro su una gamba

la flessioni del busto in varie posizioni.

L’attività fisica è naturale quando risulta adatta alla specie umana e, essendo fondamentale per la sopravvivenza, quando è praticata giornalmente.

Naturale_3_7_2017Camminare a piedi scalzi, arrampicarsi, muoversi all’aria aperta è un allenamento propriocettivo che porta anche al miglioramento delle prestazioni mnemoniche e cognitive. Quando l’ambiente e il terreno circostanti si modificano continuamente, lo stimolo alla memoria diventa importante perché il cervello deve aggiornare le proprie informazioni per un continuo e migliore adattamento.

Il movimento naturale è sano e sostenibile a livello fisico quando è in grado di migliorare o mantenere la flessibilità, l’articolarità, la forza, la resistenza, l’equilibrio, la postura, la respirazione e tutte le potenzialità in genere del corpo nel rispetto dell’età e delle condizioni fisiche dell’individuo umano.

Ritornare alla naturalità significa esplorare e conoscere il movimento in direzione di nuove possibilità e abilità, di nuovi equilibri e di una nuova identità fisica. Significa recuperare le capacità dinamiche del corpo di adattarsi, di rispondere alle varie situazioni, di riprogrammarsi in modo funzionale e sano.Naturale_15_7_2017

L’uomo ha bisogno di utilizzare tutte le sue abilità fisiche, ha bisogno di recuperare tutti i movimenti che appartengono al suo corpo al fine di sviluppare tutto ciò che gli consente di essere in salute.

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ATTIVITA’ FISICA TRA LAVORO, VITA PRIVATA E ISTRUZIONE

E’ molto frequente nella vita di ciascuno constatare quanto i problemi personali e familiari creino interferenze con il rendimento lavorativo, limitino la concentrazione, alterino l’umore, guastino le relazioni interpersonali, impediscano di dare il meglio.Attivita fisica e lavoro_2_5_2017

E viceversa, è comune a tutti coloro che lavorano nei più svariati ambiti, portare a casa gli effetti delle pressioni e dei conflitti lavorativi, le problematiche e i disagi irrisolti riversandoli su famiglia e amicizie.

Che siano i rapporti interpersonali coi colleghi, con i superiori, le condizioni dell’organizzazione, i contenuti dell’attività lavorativa e gli aspetti temporali della giornata di lavoro a causare lo stress, molti ne soffrono e inevitabilmente riversano nella loro vita tra le mura di casa le conseguenze.

Lo stress correlato al lavoro influisce sulla salute e contemporaneamente sulla vita familiare come le pressioni provenienti da problemi di natura privata espongono gli individui a problematiche di salute psico-fisica e di performance, efficienza, adattamenti lavorativi.Attivita fisica e lavoro_5_5_2017

Lo scarso equilibrio tra vita privata e vita lavorativa può avere un effetto dannoso sullo stato di salute e benessere della persona.

Studi condotti negli USA in collaborazione con prestigiose università americane hanno sottolineato l’importanza dell’
attività fisica svolta regolarmente nel migliorare il rapporto che ogni individuo gestisce personalmente tra ambito lavorativo e vita privata.

 L’analisi dei risultati di questi studi fa emergere che esercizio fisico e movimento riducono Attivita fisica e lavoro_3_5_2017considerevolmente lo stress (psicologico) del soggetto che li pratica settimanalmente oltre che migliorare lo star bene con se stessi e la propria salute in genere.

Responsabilizzandosi maggiormente nelle questioni familiari e lavorative, si è in grado di ristabilire un migliore equilibrio psico-fisico sul lavoro e a casa, oltre che un rendimento più elevato.

Un’ alta percentuale di soggetti presi in esame ha però rivelato la scarsa propensione a dare continuità al movimento raccomandato. In particolare coloro che svolgono mansioni manuali sono i più restii a trovare il tempo e la volontà di allenarsi periodicamente, mentre coloro che vengono assorbiti da lavori sedentari d’ufficio fino ad arrivare ai ruoli manageriali si mostrano più assidui e partecipativi.

Già nel 2000 le indagini ISTAT rilevavano quel rapporto inverso tra praticare attività fisica regolarmente da adulti e titolo di studio: non lo faceva il 20,2% dei laureati contro il 45,1% di chi aveva licenza elementare o nessun titolo.

Attivita fisica e lavoro_4_5_2017Il livello di istruzione rappresenta quel fattore determinante nella scelta di muoversi o meno da parte dei lavoratori. Pare che sia più alta la probabilità di praticare una regolare attività fisica tra coloro che hanno un livello d’istruzione medio-alto. Ciò non comporta necessariamente il raggiungimento di diplomi, lauree e corsi master, bensì l’inclinazione ad accedere a informazioni utili ad estendere la propria conoscenza. Con il grado di conoscenza più ampio, con tutta probabilità si diventa consapevoli che movimento ed esercizio fisico facciano bene.

I soggetti che conducono attività fisica con regolarità mostrano di essere più sicuri di sé e di essere in grado di gestire meglio le influenze del proprio lavoro con la vita privata uscendone meno stressati. Una ragione c’è: praticare con costanza del movimento significa assentarsi contemporaneamente dal mondo lavorativo e da quello familiare per ritrovarsi con sé stessi e con il proprio corpo lontani da ogni sorta di conflittualità.

L’ attività fisica distrae l’individuo dai pensieri ansiogeni mentre alcuni studiosi parlano di intervento dei sistemi neurali noradrenergici e serotoninergici a favore di un effetto terapeutico, o meglio, un effetto dopante naturale e fisiologico per il cervello!

L’ attività fisica è un comportamento di protezione della salute che l’individuo adotta per sé.

Per la psicologia attenta all’aspetto psico-sociale, l’attività fisica consente lo svago, la distrazione dai propri problemi, il Attivita fisica e lavoro_8_5_2017miglioramento dell’immagine di sé, della percezione del sé fisico, della propria autostima, della padronanza di sé, il piacere di praticare l’attività fisica in un contesto naturale, in gruppo o soltanto con un amico/familiare.

Un’attività fisica praticata all’aperto può determinare un importante cambiamento a livello dell’asse ipotalamo-ipofisi. L’esposizione alla luce durante l’esercizio fisico, inoltre, può contribuire al miglioramento dell’umore grazie alla produzione di testosterone e melatonina.

Le quantità minime di attività fisica per raggiungere buoni effetti sono:

  • da 3 a 5 volte a settimana
  • da 20 a 60 minuti per volta (30 min è l’ideale)
  • ad una frequenza cardiaca compresa fra il 55% e il 90% di quella massima per ciascun individuo.

L’attività fisica riduce l’ansia se praticata per almeno 3-4 mesi consecutivi. Per ottenere migliori effetti terapeutici è importante scegliere la tipologia di esercizio. Gli esercizi aerobici e ritmici contraddistinti da movimenti rapidi e carichi leggeri, risultano utili fin dall’inizio.

Prendersi cura dedicandosi ad un’attività fisica regolare è la prima azione da intraprendere. Sapendo che l’equilibrio psico-fisico non è una condizione immutevole, costante e che è condizionato dai _AV_9724contesti lavorativi, familiari, culturali e di istruzione, va da sé che vengano sempre fatti quegli aggiustamenti necessari, tra i quali la pratica dell’attività fisica, per riportare il proprio equilibrio allo stato migliore.

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AMBIENTE E SALUTE

Il rapporto con l’ambiente è determinante per conoscere la salute dell’uomo. Dal verde incontaminato della natura alla città inquinata, la relazione tra l’uomo e i vari fattori ambientali può determinare i diversi stati di salute o di malattia.Ambiente e salute_5_3_2017

C’è un legame chiaro tra il benessere, fisico e psichico dell’uomo e lo stato dell’ambiente. Ma oggi è un legame a rischio. E c’è una domanda di salute in aumento e di qualità ambientale. Comunicare il rischio per la salute e per l’ambiente diventa allora doveroso.

La considerazione se l’uomo influenza l’ambiente o l’ambiente influenza l’uomo trova risposta nel degrado ambientale ad opera dell’individuo. La Natura è perfetta, si autoregola e mantiene un equilibrio tra specie animali e vegetali. L’uomo allora influenza l’ambiente, ma l’ambiente influenza l’uomo soprattutto per come lo sta influenzando.

Già nell’antico mondo ellenico, la relazione tra l’uomo e l’ambiente era vista come l’influenza dell’uomo sull’ambiente. E separarsi dalla natura non aiutava certo l’uomo. Un organismo crea infatti un’interazione di cooperazione con l’ambiente. Per capire il destino di un organismo bisogna cogliere il suo rapporto con l’ambiente.

A livello biologico l’organismo è costretto a reagire di continuo all’ambiente e alle sue condizioni per mantenere un equilibrio nella relazione con esso e per preservare le proprie funzioni vitali.

 Ambiente e salute_6_3_2017Un cambiamento che avviene nell’ecosistema modifica profondamente lo stile di vita e la salute dell’uomo. Ciò comporta un adattamento che risulta essere l’effetto positivo, mentre se si tratta di modificazioni legate all’inquinamento gli effetti risultano negativi.

Vivere in armonia con tutto ciò che circonda l’uomo, accresce il benessere e la salute psico-fisica. Ecco perché, per migliorare le condizioni di vita, l’uomo deve creare e proteggere ambienti e strutture architettoniche in armonia con le forze della natura.

Children

Come il FENG-SHUI, un’antica arte che unisce la filosofia e l’architettura, la saggezza e il pragmatismo nel costruire, arredare, ordinare gli spazi in cui si vive, così conoscere le leggi fisiche della dinamica, l’elettromagnetismo, i principi della termodinamica, le influenze cosmiche sulla Terra attraverso l’astrofisica, possono aiutare l’individuo a capire in quale ambiente vive.

La qualità dell’aria e dell’acqua, il consumo degli alimenti, l’uso di prodotti di detersione e profumazione, l’inquinamento acustico, il degrado del suolo, i mezzi di trasporto, la sicurezza chimica ed elettromagnetica costituiscono l’ambiente intorno all’uomo.

Ci sono oggi nuovi tipi di inquinanti, nano particelle utilizzate per prodotti e strumenti elettronici, agricoli, cosmetici, biomedici che spingono a sviluppare ulteriori conoscenze sulle relazioni tra ambiente e salute umana.

Ambiente e salute_9_2017 I campi elettromagnetici a radiofrequenza tipici dei telefoni cellulari, ad esempio, per gli utilizzatori abituali, l’irraggiamento continuativo, diffuso e costante del wi-fi, ma come pure l’influenza di computer, televisori, elettrodomestici, interagiscono con i tessuti biologici dell’uomo tanto più si è esposti alle onde e vicini alla sorgente emittente.

Un effetto biologico si manifesta quando l’esposizione alle onde elettromagnetiche crea una variazione fisiologica in quel dato sistema biologico. Se l’effetto biologico è al di fuori di quel tempo in cui l’organismo può farne fronte, allora si giunge a un danno alla salute.Ambiente e salute_3_3_2017

 Le evidenze e le relazioni scientifiche che legano i campi elettromagnetici, ad esempio, a malattie quali il cancro sono controverse ma il buon senso potrebbe far capire che una relazione c’è.

Allora usare il meno possibile il cellulare, possibilmente con l’auricolare o a viva voce, tenerlo lontano dal corpo, lontano dalla stanza dove si dorme se rimane acceso, orientare il letto verso il Nord, usare materiali e sostanze naturali per gli ambienti, disporre delle piante verdi, organizzare gli spazi e l’ordine, la salubrità, scegliere gli alimenti, l’attività fisica e lo stile di vita, ecc. avrebbero un impatto biologico profondo sulla vita dell’uomo e meno pericoloso sulla salute.

 L’armonia tra individuo e ambiente può ancora sopravvivere attraverso una relazione spazio-temporale se egli ricerca le influenze ambientali più adatte a un equilibrio psico-fisico, ma nel rispetto dell’ambiente.

Ambiente e salute_14_3_2017

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Atleta o persona semplice che sia, oggi più che mai ciascuno deve sentirlo forte e perseguirlo con determinazione. Il movimento è una necessità.” – dalla prefazione di Deborah Compagnoni.
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TECNOLOGIA E MOVIMENTO

La tecnologia presenta ogni anno le sue novità. Tra i mezzi elettrici per il trasposto personale, c’è l’avveniristico hover-board che incuriosisce e piace a molti, ma si lascia usare da pochi.

L’hover-board ha due ruote (anche se il termine hover lascerebbe intendere che il mezzo non debba toccare terra!), un motore elettrico alimentato da una batteria e come dispositivo di trasposto personale, si guida con abili bilanciamenti del peso corporeo sui piedi.

Con una velocità di circa 10 km orari, l’ hover-board è in grado di accompagnare il transporter per 20 km.Hoverboard_1_2_2017

Lo definiscono all’apparenza un’alternativa al cammino: più rapido della normale camminata, ma più lento dell’andatura in bicicletta, ottimale per coprire distanze che a piedi risulterebbero impegnative, un mezzo ecologico, pulito che non inquina.

Da sempre la tecnologia perfeziona, potenzia e spesso sostituisce quelle attività fisiche  e quei movimenti che l’uomo è in grado di fare. La domanda da porsi è: quanto ciò influisce sull’equilibrio e la salute privando l’uomo del movimento spontaneo e naturale come camminare?

L’hover-board, un gadget tecnologico che come i droni imperverserà ovunque, non avrà per tutti lo stesso valore e qualcuno lo ignorerà pure. Ma privare l’individuo di un’esperienza biologica come il cammino va contro il bisogno odierno di schiodarsi dalla sedentarietà.

Hoverboard_9_2_2017E’ vero che per mantenersi in equilibrio sull’ hover-board ci vogliono sensibilità e propriocettività, due abilità che solo grazie alla pratica dell’attività fisica si possono acquisire, oltre che un contributo dall’elettronica di questo giocattolo tecnologico.

I movimenti indispensabili per avviare questo “acceleratore di andatura”, per farlo curvare o arrestare prevedono spinte e sollevamenti dall’appoggio di uno o dei due piedi. Spostando il baricentro del corpo, si avanza, si arretra o si gira su se stessi. Il controllo dei movimenti, parte dunque dai piedi.

E’ vero anche che l’ hover-board spinge la gente a stare all’aperto e che l’ecologia ne trae beneficio perché è un mezzo di trasporto eco-friendly che rispetta l’ambiente. Non è però agevole e portarselo dietro, pesa un po’. Ma è un’anticipazione del futuro e su qualche caratteristica meno positiva si tende a chiudere un occhio.

La tecnologia progredisce per appagare bisogni sempre più ricercati e per soddisfare quel desiderio innato di non fare troppa fatica. Già i trasporti pubblici e i mezzi di locomozione, gli ascensori e le scale mobili hanno ridotto il cammino ad un hobby da tempo libero o da fine settimana. Ora i moderni dispositivi tentano addirittura di soppiantare l’attività fisica più naturale e spontanea.Hoverboard_4_2_2017

 La tecnologia moderna ha senza dubbio contribuito a uno stato di salute migliore, ma in questo benessere generale raggiunto c’è anche il paradosso.

L’impatto di un nuovo comportamento che facilita e rivoluziona la mobilità di ciascun individuo, provoca significativi cambiamenti nello stile di vita. In primis riducendo l’attività fisica. Nonostante si ponga attenzione ai rischi dell’inattività fisica, una considerevole parte della popolazione mondiale continua a non fare moto. Mentre è un’evidenza scientifica che per stare bene si debba seguire un programma di esercizio moderato.

Hoverboard_3_2_2017Solo conciliando modernità tecnologiche e fisiologiche esigenze, si potrà conservare quella naturale e spontanea abilità che è il cammino, non ridotta a pochi, saltuari passi al giorno.

Se la tecnologia renderà sempre più comodo il futuro dell’uomo, starà all’uomo vedere nella tecnologia l’obiettivo della comodità senza trascurare il suo fisiologico bisogno di movimento.

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NATALE E SALUTE

Con l’arrivo delle FESTE i buoni propositi di continuare a MUOVERSI vengono spesso rinviati e la volontà si mette in disparte.

L’ approccio generale al periodo delle Feste è, di base, poco conveniente: si giustifica con leggerezza una sospensione dell’ ATTIVITÀ FISICA in palestra, presumendo (e confidando!), nella chiusura della stessa durante tale periodo, si mostra un certo disinteresse verso un regolare regime alimentare semplicemente perché a Natale è difficile evitare di sgarrare e perché il tempo va dedicato agli acquisti, alla preparazione dei piatti delle feste, alle decorazioni e alle relazioni con amici e familiari.

Sembra che dagli inizi di dicembre a dopo l’Epifania il tempo si dilegui solo tra inviti a tavola, cene aziendali, bicchierate augurali tra amovimento_4_24_2016mici, scambi gastronomici in famiglia, preparativi, shopping compulsivo, ghiotte trasgressioni (perché, in fondo, quel dolcetto e quegli avanzi mica li butterai via?), beati momenti a casa in pantofole o sotto il pile, davanti la tivù o il caminetto.

Se ci si sta preparando al Natale è importante anche pensare alla migliore forma fisica tenendo sempre pronta la tessera del proprio club senza lasciare in un angolo le scarpe da ginnastica perché al momento non servono!

Ci sono alcune regole da seguire se si vuole continuare a proteggere la SALUTE anche durante le feste. E, forse, è più che mai da dicembre che si debba pensare alla salute perché a Natale il palato è contento, ma si è sicuri che lo sia anche l’organismo?

1° regola. Mantenere attivo il corpo grazie al MOVIMENTO significa avere un METABOLISMO efficiente, in grado di bruciare le calorie in sovrappiù, eliminare le tossine e abbassare il colesterolo “cattivo”.

La muscolatura, se allenata con costanza, ha bisogno di essere nutrita e questa richiesta provoca un innalzamento della disponibilità di calorie giornaliere. Così, aumentare il dispendio energetico attraverso l’ ATTIVITÀ FISICA è un compenso essenziale per tenere il metabolismo basale sempre attivo e sedere a tavola senza grossi sacrifici.

Pur facendo attenzione alla qualità del cibo, alla genuinità dei piatti e al bilanciamento dei nutrienti, i pasti delle feste sono purtroppo ricchi di grassi e zuccheri, sapidi e meglio conditi rispetto a quelli normali.

Si assumono in media il 30% di grassi saturi in più di quanto è consigliato e durante le Feste la dose, oltre a quella del colesterolo, può aumentare.movimento_7_24_2016

La prima reazione dell’organismo ad un apporto maggiore di cibo e bevande è la RITENZIONE dei LIQUIDI INTERSTIZIALI. Sodio e glucosio si concentrano nel sangue insieme agli altri nutrienti al punto da favorire l’aumento della pressione osmotica e del volume plasmatico. Così, con un volume del plasma sanguigno e dei liquidi presenti nei tessuti superiore rispetto agli altri momenti dell’anno, il peso corporeo sale. L’aumento del peso non deve preoccupare, ma solo allertare. (L’analisi con la bioimpedeziometria- BIA rivela dati e valori precisi). Nell’arco di qualche giorno quel chilo/due se ne va fisiologicamente a meno che si continui a eccedere con le quantità.

2° regola. Essere costanti nel praticare attività fisica dovunque ci si trovi e più che mai in questo particolare momento dell’anno. Un concentrato di Feste, eventi, scambi, incontri, condivisioni attorno a un tavolo imbandito come nel periodo di dicembre-gennaio deve far riflettere. L’accumulo di calorie e di tossine che ne deriva è il motivo principale per dare CONTINUITÀ e REGOLARITÀ alla pratica della propria ATTIVITÀ FISICA.

L’ ATTIVITÀ FISICA prima delle feste mantiene il METABOLISMO ATTIVO;

l’ ATTIVITÀ FISICA durante le feste aiuta a eliminare la ritenzione dei liquidi;

l’ ATTIVITÀ FISICA dopo le feste consente il consumo e lo smaltimento di CALORIE e TOSSINE in eccesso.


movimento_3_24_2016Ricordati che non si ingrassa tra Natale e Capodanno, ma fra Capodanno e Natale”
(
Anonimo)

Aggiungere un’uscita, allungare le sedute di ATTIVITÀ FISICA contribuisce, oltre ad accelerare il METABOLISMO per bruciare di più, anche per fare più attenzione a ciò che si ingurgita e non lasciarsi portare ad esagerare.

Freddo, mal tempo e buio già nel pomeriggio, poi, non devono scoraggiare.

Queste sono condizioni che, stimolando energicamente l’organismo, consentono di dissipare, come un bruciatore, un maggior numero di calorie.

Se ci si trova in vacanza in questo periodo, non ha valore l’ alibi di rilassarsi e basta, di mangiare, farsi coccolare alle Terme, ad esempio e non MUOVERSI affatto.

Avere qualche giorno di pausa dal lavoro a Natale può essere invece una buona occasione per praticare qualche ATTIVITÀ FISICA diversa. Senza gli orari lavorativi a cui sottostare, probabilmente si è in grado di allungare un po’ la durata dell’ ATTIVITA’ FISICA in questione, magari all’aria aperta o di intraprendere qualcosa di nuovo favorendo così un aumento del dispendio energetico.

Chi pratica abitualmente ATTIVITÀ FISICA, può dedicarsi in questo periodo ad allenamenti meno intensi ma più lunghi del solito, purchè tra i 30-60 minuti minimo, al giorno.

3° regola. Moderazione. Questa regola vale sia per ciò che si butta giù tra assaggi, buoni piatti e bicchieri, sia per l’ ATTIVITÀ FISICA praticata nell’illusione di ottenere prima possibile i risultati desiderati (magari sudando esageratamente sotto tessuti che non traspirano!) o nel correre semplicemente ai ripari!

Moderazione significa limitare le porzioni, non toccare grissini e pane durante i pasti, alternaremovimento_1_24_2016 un bicchiere di acqua a uno di vino (l’alcool è zucchero e ha calorie!), scegliere il panettone anziché il pandoro che contiene troppi grassi e calorie e così via.

Dovendo mangiare, inoltre, meglio preferire solo ciò che piace veramente, non fare il bis e masticare lentamente per assaporare a lungo il piacere.

Secondo recenti statistiche le Festività natalizie portano nel 68% degli italiani dai 2 ai 3 kg di media, in più. Chi è già in sovrappeso corre un grosso rischio se cede a tutte le tentazioni gastronomiche. Si sa che prevenire è meglio di curare…

4° regola. Prevenire e arrivare preparati alle Feste.

Ciò vuol dire:

seguire un regime alimentare un po’ austero già dal mese di novembre dove verdura e legumi abbondano, dove i carboidrati si limitano a porzioni da 70-80 gr al giorno e non di più;

seguire una dieta DETOX un paio di settimane prima del Natale per pulire l’organismo;

ridurre l’apporto calorico dei pasti prima e immediatamente dopo le inevitabili abbuffate delle date importanti. Soprattutto dopo, perché lo stomaco si è dilatato e si fa fatica a ridurre le quantità risultando insaziabili. Allora, con qualche sana rinuncia, con modesti pasti composti da verdure, zuppe di legumi, pesce, frutta e tanta acqua, ci si riempie di fibre e ci si sazia.

Il consiglio è di ripristinare il peso per recuperare la composizione corporea iniziale. Ciò significa un calo ponderale tra i 2 e i 3 Kg. massimo nell’arco di un mese.

Ciò che comunemente accade è che si sottovaluta il numero delle calorie contenute nelle prelibatezze natalizie, nelle salse, nei dolci, negli intingoli e si sovrastima il consumo di calorie giornaliero anche quando non ci si dedica all’ ATTIVITÀ FISICA!movimento_8_24_2016

Ecco allora come accade che si metta su peso per una non corretta valutazione o semplicemente per una mancata informazione.

Quanto ESERCIZIO FISICO fare per bruciare ciò che si mangia dipende dalla  struttura fisica ovvero dal peso e dall’altezza, dell’essere donna o uomo, dal volere perdere peso corporeo, dall’avere una qualità di vita migliore e da molti altri fattori.

Farsi guidare da un bravo Coach, un Personal Trainer per un programma movimento_2_24_2016personalizzato ed esclusivo allo scopo di raggiungere l’obiettivo desiderato, è quanto di meglio ci si possa regalare a Natale.

Lavorare sul proprio fisico significa anche dare alle Festività un significato meno consumistico e più rivolto al bene verso di sé, alla SALUTE, allo STARE BENE.

Se Natale è una ri-nascita

Buone Feste a tutti!

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ANTIAGING: COME RINGIOVANIRE

Il nostro destino biologico e il nostro modo di invecchiare dipendono solo per un 30% da fattori genetici. Tutto il resto dipende invece da quanto ci muoviamo, come ci alimentiamo, in quale ambiente viviamo, come ci comportiamo, a quali stress ci sottoponiamo, che stile di vita inseguiamo.antiage_12_22_2016

Vivere a lungo 120-130 anni e forse anche 150 non entusiasma molti di noi che vediamo soltanto gli aspetti negativi dell’invecchiamento, mentre l’idea di vivere un’eterna giovinezza piace a tutti.

Biologicamente iniziamo a invecchiare intorno ai 25 anni.

Raggiunta da tempo la capacità riproduttiva e la maturità fisica, le nostre cellule non crescono e non si sviluppano, ma si ricambiano e si modificano assecondando quel lento processo di deterioramento che molto dipende dal prendersi cura o meno di sé.

Aggiungere anni alla vita ci predispone a viverla in un altro modo e spesso con rassegnazione. Per quanto la medicina convenzionale abbia contribuito all’allungamento della vita media, sulla qualità non ha fatto molto se non rivolgere l’interesse alla farmacologia per togliere i sintomi. Ma dare anni alla vita non è la stessa cosa che dare vita agli anni.

E’ una questione oggettiva notare che, all’interno di un gruppo sociale, ci sia sempre qualcuno che resta giovane e qualcuno che sembra invecchiato con largo anticipo. Il declino psicofisico visibile non ha sempre a che vedere con l’invecchiamento biologico. Il decadimento psicofisico, è un fatto personale, una responsabilità individuale, mentre l’invecchiamento, l’aging è un processo biologico inevitabile, ma modificabile.

Silhouette of male person against a colorful horizon.

Come ho narrato nel mio libro “ DA DOMANI MI MUOVO” il corpo non si allinea sempre cronologicamente con la vita e spesso gioca d’anticipo.

Negli anni 1980-90 nasce la Medicina Antiaging, termine coniato dal medico americano Ronald Klatz, allo scopo di studiare quel complesso processo di modificazioni degenerative delle capacità vitali dell’organismo. Tale studio ha permesso di elaborare una forma di medicina preventiva volta a promuovere l’efficienza e la salute degli individui, a ritardare i processi di invecchiamento in un quadro di allungamento temporale dell’esistenza.

A questa recente branca della medicina basata sulla prevenzione si contrappone la Geriatria (dal greco geros = vecchio, iatros = medico) che da sempre studia e cura l’anziano e le problematiche fisiche e fisiologiche legate all’età avanzata. La grande differenza, però, tra i due campi medici, Antiaging e Geriatria, non sta soltanto nel fattore prevenzione della prima e cura e trattamento della seconda, ma nell’interesse da parte di un numero elevatissimo di individui che non sono soltanto gli anziani.

Perché la Medicina Antiaging si rivolge a tutti coloro che, terminato il processo di crescita e maturazione fisica, quindi tutti soggetti giovani dopo i vent’anni, vogliono preservarsi dai danni che naturalmente subiscono a livello fisico, metabolico e psichico nel corso della propria vita e che portano a un decadimento più o meno precoce a cui si lega poi, inevitabilmente, l’invecchiamento fisiologico.

Poiché la SALUTE è legata a molte aree dell’individuo, anche la Medicina Antiaging interviene in molti ambiti che sono principalmente:

  • il MOVIMENTO e l’ATTIVITA’ FISICA,
  • l’ALIMENTAZIONE e l’INTEGRAZIONE,
  • l’EQUILIBRIO METABOLICO,
  • il BILANCIAMENTO ORMONALE,
  • le CURE FARMACOLOGICHE e NATURALI,
  • l’ ATTEGGIAMENTO MENTALE,
  • la GESTIONE dello STRESS,
  • l’EQUILIBRIO PSICO-FISICO.

La grande popolarità della Medicina Antiaging è dovuta al suo più intrinseco significato di “educazione”. Aver analizzato e compreso l’origine evoluzionistica dell’invecchiamento ovvero quel processo attraverso il quale la salute dell’individuo diventa via via precaria fino ad una compromissione, consente alla Medicina Antiaging, detta anche Medicina Evoluzionista, di fornire quelle strategie per il trattamento e la prevenzione delle patolantiage_2_22_2016ogie degenerative.

La Medicina Antiaging educa alla prevenzione affinché il naturale processo di invecchiamento che è un processo continuo e dinamico, non venga accelerato dai fattori biologici, ambientali, sociali, culturali e legati allo stile di vita. Perché la velocità dell’invecchiamento è legata ai seguenti fattori e varia da soggetto a soggetto: fattore genetico (il patrimonio che determina la programmazione di vita nelle nostre cellule), fattore esterno (alimentazione, lavoro, ambiente, clima, inquinamento, ecc.), fattore psicologico (stress, depressione, solitudine, preoccupazioni, ecc.).

La Medicina Antiaging aiuta l’individuo nella gestione della propria salute intervenendo con :

  • programmazione dell’attività fisica per un miglioramento dell’efficienza motoria e fisica grazie a un percorso personalizzato (allenamento della forza muscolare, della flessibilità, della resistenza)
  • correzione nutrizionale con integrazione per una alimentazione bilanciata
  • detossificazione dell’organismo e ossigenazioneantiage_3_22_2016
  • ottimizzazione del peso corporeo e della sua composizione
  • riequilibrio del metabolismo
  • bilanciamento ormonale
  • ripristino dell’efficienza del sistema immunitario dopo attenta analisi
  • cambiamento graduale dello stile di vita
  • prevenzione delle patologie cronico-degenerative
  • contributo estetico armonioso per un miglioramento dell’aspetto esteriore.

L’obiettivo futuro della Medicina Antiaging è sempre più rivolto alla ricerca di soluzioni e metodi che possano conciliare la durata della vita con la sua qualità. In altre parole, una longevità senza quelle patologie associate all’invecchiamento.

Sentirsi giovani ed essere giovani è spesso una questione mentale oltre che di stile di vita.
Ogni età della nostra vita h
a una sua caratteristica sistemazione anatomico-funzionale delle strutture del cervello, dell’elaborazione delle informazioni e della rappresentazione della realantiage_4_22_2016tà.

Ciò significa che, modificandosi la configurazione delle strutture cerebrali nell’arco della vita grazie alle esperienze vissute, si modifica pure il comportamento dell’uomo. L’esperienza modella il cervello e l’intero sistema nervoso conferendo la caratteristica di plasticità: sottoposto a continue variazioni e rimodellamenti, il cervello evolve. Se il cervello rimane stimolato costantemente è in grado di creare nuove connessioni e di mantenere efficienti le reti di neuroni.

Nell’ambito delle diverse età di un individuo e delle diverse caratteristiche, si riferiscono:

  • un’età cronologica o anagrafica, contraddistinta dalla data di nascita,
  • un’età biologica determinata dal funzionamento di organi e apparati interni e dal metabolismo,
  • un’età morfologica, dall’aspetto strutturale ed esteriore,
  • un’età psicologica, l’età sentita addosso.

L’età cronologica o anagrafica non corrisponde sempre all’età biologica di un individuo. L’età biologica è personale e segnala se il processo di invecchiamento è in linea con l’età anagrafica.

(Sembra, da molti studi scientifici, che l’età biologica è legata alla quantità di sostanze ossidative che aggrediscono l’organismo conosciuta come stress ossidativo).

antiage_6_22_2016Da qui segni visibili come l’invecchiamento cutaneo, l’aumento del grasso corporeo, la perdita anche del 35 % della massa muscolare, la diminuzione del calcio nelle ossa, dell’acqua nei tessuti, la rigidità di legamenti, tendini, vasi sanguigni, la riduzione della produzione ormonale e delle attività digestive, cardiorespiratorie, di eliminazione.

Il processo di invecchiamento comporta una de-sincronizzazione fisica e fisiologica, una diminuzione della ciclicità ormonale: come dire che l’organismo perde il controllo delle proprie funzioni e su organi e apparati.

E’ importante stabilire la propria età biologica attraverso un check-up per elaborare un protocollo di intervento antiaging personalizzato. Attraverso una serie di test è possibile conoscere il funzionamento del nostro metabolismo, i livelli di radicali liberi presenti nell’organismo, la quantità di minerali come il calcio, il magnesio e il potassio, la capacità cardio respiratoria, la forza o debolezza muscolare, lo stato della pelle, la quantità d’acqua corporea (bioimpedienziometria), la presenza di grasso nei tessuti, il rapporto tra massa magra e massa grassa, ecc.

Dopo i test la Medicina Antiage consiglia, per rallentare l’invecchiamento una restrizione calorica, una dieta povera di carboidrati raffinati, ricca di alimenti antiossidanti che favorisca l’eliminazione dei radicali liberi e che limiti l’innalzamento della glicemia. Ma, prima ancora di una corretta alimentazione, la Medicina Antiage pone l’attività fisica idonea a ciascuno.

Come i nostri antenati si muovevano per procurarsi il cibo e va sottolineato che prima si muovevano, poi mangiavano! così noi dobbiamo anteporre al nutrirsi in maniera regolare e adeguata, l’esercizio fisico costante come buona abitudine.antiage_11_22_2016

La gestione del nostro organismo deve portare ad uno stile di vita migliore grazie alla guida di operatori della salute. Con un approccio integrato, tutti gli ambiti medici e non, che promuovono salute e benessere, devono educare l’individuo a saper invecchiare con arte.

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MOVIMENTO E ENERGIA PULITA

La risorsa energetica al più basso impatto ambientale è quella prodotta dalla nostra muscolatura. Non ancora adeguatamente sfruttata, quest’energia si disperde.

Una persona è in grado di produrre mediamente fino a 50 watt di elettricità all’ora mentre svolge la sua attività fisica a ritmo moderato e fino a 200-600 watt all’ora se il ritmo è intenso come nello spinning, ad esempio. Così, con un’ora di attività al giorno saremmo in grado di generare approssimativamente 3 ore di illuminazione pubblica o privata.

L’idea di sfruttare il MOVIMENTO come soluzione per far uso di quella energia che altrimenti andrebbe perduta, precorre il futuro.

Esperienze in America come a Seattle riportano dati interessanti sulla trasformazione dello sforzo fisico in energia per alimentare televisori, impianti musicali e far ascoltare musica semplicemente pedalando.

Nel Regno Unito, con la creazione di palestre all’aperto dotate di una serie di macchine particolari, si inizia a convertire e trasformare l’energia meccanica prodotta dagli utenti in energia pulita. Un display su ciascuna attrezzatura segnala quanta energia espressa in watt si è generata. Quest’ultima può essere convogliata e immessa da un gestore locale nella rete distributiva in accordo con gli enti comunali. Il risultato interessante in futuro è quello di alimentare direttamente l’illuminazione pubblica, le abitazioni di qualche quartiere o semplicemente i lettori MP3, i tablet, i cellulari e qualunque altro dispositivo elettronico…

Sistemi attualmMovimento_energia10_20_2016ente sperimentati tra Stati Uniti e Regno Unito tentano soluzioni di riutilizzo.

Palestre green e centri fitness all’avanguardia si stanno attrezzando per trovare il modo di sfruttare tutta l’energia prodotta dall’attività fisica su macchine da palestra per alimentare e coprire il fabbisogno del centro fitness stesso o incanalarla e immetterla nella rete locale.

Con la creazione di strutture ecosostenibili rivolte a migliorare la salute pubblica attraverso il MOVIMENTO, si è certi che potrebbe accrescere la consapevolezza sul consumo energetico responsabile.

Circa il 75% dell’energia prodotta attraverso il MOVIMENTO su attrezzature da palestra può far risparmiare sulla bolletta elettrica o fornire energia verde gratuita.

L’obiettivo di bruciare calorie per non bruciare combustibili fossili può diventare un fattore stimolante e motivante per migliorare la forma fisica, rispettare la salute e l’ambiente.

Mantenersi in forma rispettando l’ambiente potrebbe essere lo slogan futuro.

Per attivare un sistema così innovativo, domani basterà iniziare a MUOVERSI diventando così, grazie a un monitoraggio preciso e visualizzato su un display in tempo reale, non solo fruitori di una palestra, ma anche i maggiori produttori di energia anziché consumatori.

Se nel mondo anglosassone e americano si progetta e si realizza, se in Cina si sperimenta e si lancia il rivoluzionario concetto dell’energia bruciata durante l’ATTIVITA’ FISICA (calorie e grasso!) per poi essere deviata e convertita in elettricità, in Italia c’è chi da tempo studia e realizza secondo la più recente tecnologia in termini di design, di biomeccanica e di sostenibilità con l’ambiente.

Movimento_energia5_20_2016La linea Artis di Technogym che raggruppa una trentina di macchinari, si ispira al principio dello sviluppo sostenibile: grazie alla loro tecnologia queste attrezzature per il fitness sfruttano al massimo l’attività fisica dei clienti di palestra trasformando i loro sforzi in energia nuova destinata ad alimentare la rete elettrica della palestra. La palestra diventa così eco-friendly riducendo le emissioni nocive come l’anidride carbonica e producendo l’energia che utilizza a tutela dell’ambiente e dell’utenza.

La palestra del futuro potrebbe diventare una piccola centrale elettrica con l’obiettivo dell’autosufficienza energetica. Energeticamente autosufficiente, la palestra futura risponderà ai bisogni della società: risparmio energetico, rispetto ambientale e benessere fisico.

 Le tecnologie innovative tra le quali i dispositivi per il recupero energetico rappresentano un primo approccio verso un’efficace gestione dell’ambiente.

Sarà in futuro il MOVIMENTO una fonte di energia alternativa?

Sarà l’ATTIVITA’ FISICA una modalità per ottenere energia elettrica o meccanica diversamente da ciò che si ottiene dai combustibili naturali o nucleari?

L’interesse attorno a queste attrezzature e alla sperimentazione lascia intendere un nuovo modo di fare MOVIMENTO: nel rispetto della salute e dell’ambiente in cui viviamo.

Anche il MOVIMENTO in acqua può produrre energia pulita. Sfruttando le onde provocate da coloro che nuotano in piscina, è possibile, grazie a un convertitore, produrre elettricità. Secondo gli studi fatti, 10 persone che nuotano possono generare energia per 10 kilowatt/ora e con ciò illuminare la piscina.

In Francia si sta sperimentando un dispositivo per ricavare energia dal MOVIMENTO dei pedoni. Dotando i marciapiedi di elementi sensibili alle sollecitazioni del peso dei passanti, si genera elettricità che viene poi accumulata in una batteria e utilizzata per l’illuminazione pubblica, ad esempio.Movimento_energia8_20_2016

Sono stati progettati dispositivi da inserire nelle scarpe di chi pratica il MOVIMENTO: questa tecnologia consentirebbe di produrre energia elettrica avvalendosi di elementi per il recupero dell’energia, integrati nella suola delle scarpe. Si avrebbe dunque energia elettrica a costo zero, immagazzinata in un secondo momento in micro batterie sistemate nella suola delle scarpe per effetto della deformazione durante i movimenti di chi indossa quelle scarpe specifiche.

Non solo le calzature, ma pure i tessuti. L’interesse per la wearable technology parte dalla costatazione che tutte le persone in MOVIMENTO, soprattutto quelle che si allenano, producono energia cinetica.

Dalla ricerca italiana si basano gli studi sui tessuti in grado di produrre energia dai MOVIMENTI e dalle vibrazioni. Si parla di tessuti composti da fibre di polimeri piezoelettrici nati dalla nanofilatura, una particolare lavorazione delle fibre.

E che dire della lavatrice a pedali, un originale elettrodomestico che consente di mantenerci in forma e di lavare gli indumenti nello stesso momento! Dallo studio e dal progetto di un giovane cinese nasce un nuovo modello di lavatrice sostenibile che combina l risparmio energetico a tutela dell’ambiente con l’ESERCIZIO FISICO.

La ruota della speciale bike è il cestello riempito di panni sporchi che per 20 minuti circa girerà grazie al nostro allenamento e Movimento_energia1_20_2016all’energia del nostro corpo.

 Così come fa una lavatrice tradizionale grazie all’energia elettrica, così questo prototipo immagazzina energia in una batteria sistemata nella ruota posteriore grazie agli allenamenti fino a generare l’energia sufficiente per fare un lavaggio.

La crescente attenzione verso il tema dell’ambiente chiede di educare i cittadini al rispetto degli equilibri naturali.

C’è un’energia pulita, in assoluto la più pulita che è quella che non sprechiamo e che non utilizziamo. Scegliendo di spostarsi a piedi o in bici lasciando l’automobile parcheggiata, decidendo di non alzare il termostato del riscaldamento indossando piuttosto un altro maglione d’inverno, decidiamo consapevolmente di risparmiare quell’energia perché superflua e impariamo a non sprecare.

 Per concludere possiamo sostenere che c’è davvero una nuova frontiera nel campo delle energie rinnovabili e ecosostenibili: oltre ai settori dell’eolico, del fotovoltaico, delle biomasse o della geotermia, c’è il corpo umano con i suoi MOVIMENTI.

Battery

L’obiettivo futuro sarà quello di insegnare alle persone che l’ESERCIZIO FISICO costante unito a uno stile di vita sano possono aiutare se stessi, l’ambiente e contenere i costi.

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OLIMPIADI, LA CULTURA DEL MOVIMENTO

Il mio invito al movimento prende spunto dallo spettacolo delle Olimpiadi. Rio de Janeiro 2016, la 31° edizione dei Giochi Olimpici, si svolge per la prima volta in Sudamerica. Dopo 4 anni da quelle di Londra 2012, i migliori atleti dei 5 continenti competono in tutte le discipline.

Le Olimpiadi sono un grande evento sportivo, ma anche una storia di situazioni socio-politiche e una storia di uomini che si ripetono ogni quadriennio.

Lo spettacolo sportivo rimane, infatti, qualcosa che non ha fine: dopo Rio de Janeiro ci saranno altre città (e per il 2024 incroceremo le dita per Roma!), ci saranno altri campioni, altre immagini, altri fatti e altri record che ci faranno battere il cuore. Le Olimpiadi sono infondo un Movimento_Olimpiadi_5_19_2016sistema che, come un’azienda nella legge del mercato, crea e vende anche spettacolo.

Gli sport sono parte integrante della cultura di ogni Stato che ha le possibilità economiche per farli praticare. Lo sport è l’insieme di quelle attività, fisiche e mentali, compiute allo scopo di mantenere in buona salute l’intero complesso psico-fisico umano o di migliorarlo e di intrattenere chi ne è attore e chi ne è spettatore.

Così, dalle Olimpiadi alla vita quotidiana, nasce spontaneo in me quell’invito a muoverci di più, a fare attività fisica perché è davvero importante.

L’attività fisica fa parte di quel legame che l’individuo ha con l’ambiente circostante e che riguarda l’uso del corpo per il quale è stato programmato. Camminare con una certa frequenza, ad esempio, correre di tanto in tanto, muoversi per spostarsi, muoversi nel tempo libero, muoversi in modo da esercitarsi con regolarità a casa, durante il lavoro, quando c’è l’occasione.

Dopo le Olimpiadi di LondMovimento_Olimpiadi_3_19_2016ra 2012, la rivista Lancet auspicava in un articolo: “Rethinking our approch to physical activity”. Ripensare il nostro approccio all’attività fisica: meglio riflettere che a livello mondiale il 30% circa della popolazione adulta viene considerata inattiva perché svolge un’attività fisica al di sotto dei livelli raccomandati. Questa condizione è giustificata per l’avanzare dell’età e pertanto più diffusa, così come nell’essere donne e nei Paesi ad alto reddito. Tra gli adolescenti di 13-15 anni, poi, l’attività fisica è molto ridotta: addirittura l’80% circa risulta sedentario.

Viene spontaneo chiedersi perché ci sono persone fisicamente attive e altre molto meno o quasi niente?

 Da ricerche fatte, risultano fisicamente più attivi gli uomini di tutte le età, coloro che hanno fiducia nelle proprie abilità fisiche (self-efficacy) e coloro che hanno praticato in passato una certa attività fisica. Fattori che influiscono positivamente sulla pratica dell’attività fisica sono, negli adulti, lo stato di salute buono e la motivazione, mentre negli adolescenti sono il supporto e il sostegno da parte della famiglia.

Movimento_Olimpiadi_2_19_2016Alcuni paesi hanno tentato di promuovere l’attività fisica, ma con pochi riscontri tra la popolazione. L’effetto che la spettacolarità delle Olimpiadi può avere nell’intraprendere l’attività fisica a livello globale è ancora modesto.

Per aumentare la pratica dell’attività fisica in tutto il mondo è indispensabile un approccio sistematico: uno studio cioè sulle popolazioni e sulle interazioni tra i fattori legati all’inattività fisica. Non è sufficiente un approccio scientifico sul comportamento del singolo individuo.

Le prove dei benefici dell’attività fisica sulla salute sono documentate e disponibili in molti studi a partire dagli anni cinquanta. Superfluo è dire che la perfezione, la bellezza del nostro fisico consistono nell’essere in buona salute e in equilibrio con se stessi. L’attività fisica, lo sport sono fondamentali per farci crescere bene, per farci mantenere una condizione di forma ottimale in età adulta e in quella avanzata.

Sports balls with equipmentLo sport è espressione e linguaggio universali: qui l’individuo si misura con se stesso e con gli altri attraverso competizioni e risultati da cui scaturiscono poi delle classifiche. Se l’avversario è più forte o più bravo, si rispetta la sua capacità (nelle gare individuali uno soltanto vince). Lo sport prende origine dal confronto naturale del singolo individuo con i suoi simili dove la vittoria e la sconfitta fanno parte del gioco. Nel praticare lo sport, l’uomo agisce rispondendo ad alcune sue esigenze primarie come gli istinti e le passioni e utilizza le sue abilità motorie insieme al suo intelletto allo scopo di raggiungere i migliori risultati.

L’uomo fa sport per conoscere se stesso e dare un significato alla sua esistenza, con la stessa motivazione con cui crede in una religione, crea forme d’arte o studia le scienze.

Lo sport è inoltre un’attività educativa che insegna l’autocontrollo, il rispetto di sé, degli altri, delle regole e il senso civico.

Movimento_Olimpiadi_6bis_19_2016Ogni disciplina sportiva ha i suoi regolamenti che determinano lo svolgimento degli incontri nel rispetto degli avversari. L’interpretazione della morale nello sport è un esempio di quale dovrebbe essere il comportamento umano nella vita quotidiana. Nelle competizioni sportive gli atleti si muovono secondo regole che conoscono bene e che accettano di rispettare fin da subito. Anche nella vita comune esistono le regole e le leggi che molto spesso vengono accettate malvolentieri oltre che essere considerate delle limitazioni. Nello sport le regole non vengono mai messe in discussione e la loro accettazione è tacita.

 Lo sport rappresenta uno degli aspetti più significativi dell’etica nell’esistenza umana. La pratica sportiva permette di raggiungere l’appagamento e la felicità non solo agli atleti, ma a tutti coloro che assistono alle loro imprese. Nel momento in cui l’uomo pratica lo sport o assiste ad un evento agonistico, dimentica i problemi che affliggono la sua vita e quella altrui; inoltre prova serenità e soddisfazione nel sapere che le regole sono uguali per tutti e che ciascuno le rispetterà. La caratteristica morale è alla base della grande importanza e del grande seguito che ha raggiunto lo sport nella società moderna.

L’atleta esprime al meglio e al suo massimo livello il concetto di virtù: egli è perfetto sia sotto l’aspetto morale che sotto quello fisico. Inoltre, il mito della bellezza e dell’equilibrio del corpo dell’atleta come simbolo di giovinezza senza fine, ha un suo significato estetico nella perfezione del gesto (atletico) e nell’esecuzione del movimento.

L’utilità sociale di Giochi Olimpici, rispondendo ai bisogni morali, educativi, estetici e fisici della collettività è una conseguenza logica della pratica sportiva e del MOVIMENTO in genere.

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