La pratica della meditazione attraverso le sue varie tecniche nasce come bisogno dell’uomo di rimanere in un profondo contatto con la Natura, di vivere il silenzio fino a giungere a quello interiore, di relazionarsi con l’ambiente e le dimensioni superiori.
Fermarsi per meditare non è però sempre compreso o ben accolto, oggi che il ritmo di vita è per tutti accelerato e frenetico.
È difficile trovare il tempo, lo spazio e l’abilità di rimanere fermi, quasi immobili, in silenzio per sgombrare la mente dai pensieri e dai meccanismi razionali.
L’uomo è tanto coinvolto in un continuo “fare” da perdere di vista il proprio “essere” e soprattutto è incapace di ritrovarlo reprimendo l’impulso al movimento.
Parlare allora di meditazione durante il movimento significa entrare in uno stato meditativo semplicemente muovendosi.
Incontrare i bisogni dell’uomo moderno è alla base del saper conciliare gli aspetti fisiologici a quelli mentali – spirituali. Così, praticare la meditazione in qualunque luogo o spazio ci si trovi facendo dell’attività fisica, camminando, correndo, ponendo attenzione al respiro, liberando ogni parte del proprio corpo per risvegliare l’energia vitale, vuol dire trovare uno stato di quiete mentale, di consapevolezza fisica e di raccoglimento intorno al proprio sè.
Dal latino meditatio ovvero “riflessione”, la meditazione è un metodo per entrare in contatto con se stessi in uno stato di pace interiore.
Resa libera la mente e deteso il corpo grazie al movimento, l’individuo è in grado di aprirsi a nuove consapevolezze e a nuovi equilibri.
Tenuto in movimento, il corpo diventa il mezzo per aumentare l’intensità della concentrazione liberando la mente dalle interferenze che impediscono la nascita di idee, le riflessioni deduttive, il collegamento ad altre dimensioni o semplicemente il rilassamento mentale.
Nello stato di dinamismo creato dal movimento di qualsiasi tipo, l’attenzione si sposta dagli innumerevoli pensieri che saturano la mente quotidianamente ad un unico elemento che può essere rappresentato dal ritmo del movimento stesso, da una parola o un suono, una sensazione fisica, un’emozione del momento. Ignorando tutte le espressioni mentali che affollano costantemente la mente e portando la concentrazione su un unico elemento o azione, si è in grado di interrompere il flusso di coscienza.
Così, camminando (come piace a me) in montagna, ad esempio, in un ambiente a contatto con la Natura dove l’aria è ricca di ossigeno, il ritmo cadenzato del passo induce uno stato di rilassamento fisico e mentale. Già di per sé la montagna conferisce una condizione di tranquillità, ma il movimento ritmico, semplice e naturale che si fa con il cammino, contribuisce a scaricare ansia, tensioni emotive e nervose della vita quotidiana.
In ascolto del proprio corpo e del ritmo del respiro, senza affaticarsi troppo, l’uomo può davvero entrare in uno stato meditativo in cui gestire al meglio lo stress, aumentare la stabilità emotiva, massimizzare l’integrazione psicofisica.
Il cammino lento in montagna, senza forzare la respirazione, contribuisce a svuotare la mente durante lo spostamento e raggiungere quello stato di consapevolezza di quanto siano superabili i propri limiti.
I benefici ottenuti non riguardano soltanto un miglioramento del benessere cardiovascolare, del tono dell’umore, dell’apprendimento motorio e sensitivo, una riduzione del dolore e dello stress, un’estensione della gentilezza e della compassione, ma pure uno sviluppo del pensiero creativo.
L’effetto della meditazione su alcuni aspetti della cognizione umana come la divergenza e la convergenza del pensiero creativo è di crescita. Così, con la meditazione in movimento cresce il pensiero creativo divergente rappresentato dall’abilità di generare nuove idee e cresce pure il pensiero creativo convergente inteso invece come la capacità di trovare soluzioni intorno a un problema.
Con il movimento simbolicamente la mente si libera dalle forme di pensiero che la affollano e che generano stress. Muovendosi, le tensioni stressanti vengono spinte attraverso il corpo fino all’espulsione “disintossicandolo” e sgombrando il cervello. Un beneficio psichico e fisico grazie anche alla liberazione di endorfine e serotonina. Gli equilibri biochimici del cervello si modificano, la mente risulta meno distratta e il pensiero creativo trova spazio.
La meditazione è di per sé un’ importante esercizio di rilassamento e, indotta dalla ritualità del movimento come il cammino in montagna, aiuta il cervello a ritrovare la sua naturale lentezza di ritmo in una realtà in cui tutto è tanto veloce.
Perché l’uso fisiologico del cervello richiede quiete e lentezza e solo in quella condizione sviluppa la creatività.
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