Attività fisica e…ambiente
L’ultima novità in fatto di movimento è il Plogging, che arriva dalla Svezia e combina la raccolta di rifiuti alla corsa in città. Il termine deriva da “plocka upp” (“raccogliere” e “ripulire” in svedese) e “running”, “jogging” (“correre” in inglese). In parole povere, si tratta di raccogliere da terra la spazzatura abbandonata da persone poco amiche dell’ambiente (bottiglie di plastica, cartacce, mozziconi di sigarette, lattine e chi più ne ha più ne metta), mentre si corre o si cammina a ritmo sostenuto.
Infatti, se mentre si corre ci si abbassa, non si fa altro che compiere uno squat (piegamento che interessa i glutei e i quadricipiti). Senza arrivare ad affermare che il plogging sia uno sport completo, non possiamo non rilevare che, praticandolo, faremo piegamenti e flessioni, inclineremo lateralmente il busto, compiremo rotazioni e allungamenti e solleveremo pesi. L’impostazione sportiva è simile a quella dell’Hight Intensity Interval Training, che alterna attività aerobica e anaerobica. Anche per il plogging, come per tutte le attività motorie, l’importante è compiere i movimenti corretti nei tempi giusti: ad esempio, per evitare strappi o contratture, faremo sempre attenzione ad abbassarci lentamente e a gambe allargate, come se ci stessimo per sedere su di uno sgabello basso.
Ripulire la città e gli spazi verdi, allenando la muscolatura e bruciando calorie, non è quindi soltanto un buon modo di prenderci cura di noi stessi, ma anche una maniera singolare per prenderci cura dell’ambiente in cui viviamo.
Evviva il Plogging, allora!
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